domenica 14 febbraio 2016

66° Festival di Sanremo: la quinta serata - La Finale


66° Festival di Sanremo: la quinta serata – La Finale


Sono gli Stadio i vincitori della 66° edizione di Sanremo. La band emiliana trionfa a sorpresa con “Un giorno mi dirai” davanti a Francesca Michielin ed al duo formato da Giovanni Caccamo e Deborah Iurato.

Ma facciamo un passo indietro. Irene Fornaciari con il brano “Blu” viene ripescata per la finale. Escono quindi definitivamente di scena Bluvertigo, Dear Jack, Neffa e Zeroassoluto.

La finale vera e propria del Festival comincia poco dopo le 21 e ad aprirla è il ballerino piemontese Roberto Bolle, che si esibisce sulle note di “We will rock you” per fondere due mondi musicali considerati lontani anni luce da loro, quello del balletto classico e quello del rock.

Poi uno dopo l’altro tutti e sedici i finalisti si esibiscono, anticipati da un incitamento video di un personaggio famoso. E così Francesca Michielin riceve il video-saluta da Fiorello, Alessio Bernabei da Miguel Bosè, Clementino da Salvatore Esposito, Patty Pravo da Loredana Bertè direttamente dalle cascate del Niagara, Lorenzo Fragola da Ficara e Picone, Noemi da J Ax, Elio e le storie tese da Mal, Arisa da Giusy Ferreri, gli Stadio da Carlo Verdone, Annalisa da Francesco Renga, Rocco Hunt da Vincenzo Salemme, Dolcenera dai suoi futuri colleghi a The Voice, Raffaella Carrà, Max Pezzali e Emis Killa, Enrico Ruggeri da Francesco Pannofino, Giovanni Caccamo e Deborah Iurato da Giuliano Sangiorgi,
Valerio Scanu da Fabrizio Moro e Irene Fornaciari da Serena Dandini.

Tanti gli ospiti, a partire ovviamente da Francesco Gabbani, vincitore tra le Nuove Proposte, che ripropone il suo singolo “Amen”. Presentazione in pompa magna per Cristina D’Avena, invitata a furor di popolo dal mondo del web che ha portato sul palco dell’Ariston “il valzer del moscerino”, per poi accontentare le varie richieste dei valletti. In una sorta di jukebox cartoons, Virginia Raffaele le ha chiesto “Kiss me licia”, Madalina Ghenea, che ha dichiarato di aver imparato l’italiano proprio grazie alle canzoni della D’Avena e le ha chiesto di interpretare “Occhi di gatto”, ed infine Gabriel Garko che ha voluto farsi cantare “La canzone dei puffi”.

Grande spazio anche a Renato Zero che, come consuetudine in questo festival, ha cantato un medley del meglio del suo repertorio, da “Amico” a “Il cielo”. Spazio anche al tormentone di Willy William, a cui è stato consegnato anche il disco d’oro.

Presenti anche Beppe Fiorello, che ha ricordato Domenico Modugno ed ha recitato un pezzo riguardante l’Ilva di Taranto, e Guglielmo Scilla, in arte
Willwosh, che ha presentato la nuova fiction di Rai Uno “Baciato dal sole”.

Sul palco dell’Ariston hanno poi fatto irruzione gli amici di sempre di Carlo Conti: Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni. I tre hanno annunciato uno spettacolo insieme all’Arena di Verona il prossimo 5 settembre.

Poi è stata svelata la classifica finale dal 16° al 4° posto, così composta: 16° Irene Fornaciari; 15° Dolcenera; 14° Alessio Bernabei; 13° Valerio Scanu; 12° Elio e le storie tese; 11° Annalisa; 10° Arisa; 9° Rocco Hunt; 8° Noemi; 7° Clementino; 6° Patty Pravo; 5° Lorenzo Fragola; 4° Enrico Ruggeri.

E’ arrivato quindi il momento dei premi: per il miglior testo (premio Sergio Bardotti) è stato premiato Francesco Gabbani. Il premio per la miglior musica (premio Giancarlo Bigazzi) è andato agli Stadio, così come il premio della sala stampa (premio Lucio Dalla. Il premio della critica (Mia Martini) se lo è aggiudicato Patty Pravo.

Infine la proclamazione degli Stadio che si sono esibiti per un’ultima volta con la loro “Un giorno mi dirai”. E sipario sulla 66° edizione del Festival di Sanremo.


sabato 13 febbraio 2016

66° Festival di Sanremo: la quarta puntata


66° Festival di Sanremo: la quarta serata


Quarta serata e primi verdetti al Festival di Sanremo. Il vincitore della sezione Nuove proposte è Francesco Gabbani con “Amen”, brano che la sera prima era stato eliminato per un errore di voto della sala stampa. A Gabbani è andato anche il premio della critica. Al secondo posto si piazza Chiara Dello Iacovo con “Introverso” che si aggiudica il premio della sala stampa “Lucio Dalla”. Terzo e quarto posto rispettivamente per Ermal Meta e Mahmood. E’ stata fatta riesibire Miele dopo il ‘disguido’ della sera precedente.

Entrano quindi in scena i big. La serata prevede l’eliminazione provvisoria di 5 cantanti ed il ripescaggio di uno solo di questi all’inizio della finale. Una cosa estremamente inutile se non dal punto di vista economico, dato che il televoto rimarrà aperto tutto il giorno. Le votazioni sono state effettuate considerando per il 40% il televoto, per il 30% gli esperti e per il restante 30% la giuria demoscopica. La giuria degli esperti è composta da: Franz Di Cioccio, Valentina Correani, Fausto Brizzi, Paola Maugeri, Federico l’olandese volante, Laura Valente, Nicoletta Mantovani.

I 5 cantanti a rischio sono: gli Zeroassoluto codice 01 per farli rientrare, Dear Jack codice 02, Neffa codice 03, Irene Fornaciari 04, Bluvertigo codice 05.

Di conseguenza gli altri 15 artisti che approdano direttamente in finale sono, in ordine di apparizione: Annalisa, Rocco Hunt, Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, Enrico Ruggeri, Francesca Michielin, Elio e le storie tese, Patty Pravo,
Alessio Bernabei, Valerio Scanu, Noemi, Stadio, Arisa, Lorenzo Fragola, Dolcenera e Clementino.

Ospite principale della serata è stata Elisa, vincitrice del Festival nel 2001, che ripropone proprio il brano Luce, in un medley comprendente L’anima vola e Gli ostacoli del cuore. La cantante triestina si è infine esibita con il nuovo singolo “No Hero”, un ritorno all’inglese dopo 5 anni.

Il comico romano Enrico Brignano ha catturato quindi l’attenzione del pubblico con un monologo dedicato ad un figlio ipotetico. Sul palco anche due star internazionali emergenti come J Balvin e la sua “Ginze” e Lost Frequencies con “Reality”.

In attesa dei verdetti è apparso quindi l’attore Alessandro Gassman, che ha chiesto di cantare in playback un pezzo, ma appena partita la base la voce non era la sua. Dalla punta delle scale è infatti spuntata la testa di Rocco Papaleo. I due, lì per presentare il loro film “Onda su Onda” di cui Papaleo è il regista, si sono resi protagonisti di un divertente siparietto comprendente Madalina Ghenea. Per il lucano si tratta di un ritorno dopo ave co-condotto la kermesse nel 2012 con Gianni Morandi.

Intanto Virginia Raffaele continua la sua cavalcata da protagonista mettendosi nei panni di Belen Rodriguez, suo cavallo di battaglia, e il risultato è assicurato. Carlo Conti sarà utilizzato nel dizionario dei sinonimi alla voce professionalità. Stasera ripescaggio di uno degli eliminati e proclamazione del vincitore della 66° edizione del Festival di Sanremo.

venerdì 12 febbraio 2016

66° Festival di Sanremo: la terza serata - Il Pagellone


66° Festival di Sanremo: la terza puntata – Il Pagellone


NOEMI 8: Sceglie un brano nel suo stile ed il risultato le da ragione visto che finisce tra le prime cinque cover. Ed intanto “La borsa di una donna”, finita nella
zona a rischio nella prima serata, è la canzone sanremese più trasmessa dalle radio. Già una bella rivincita.

DEAR JACK 5.5: Provano in tutti i modi a rendersi simpatici e a scrollarsi di dosso la nomea di boy band interpretando una canzone del Quartetto Cetra. Ma la simpatia non basta per comprare un loro disco.

ZEROASSOLUTO 6: Scelta divertente quella di cantare una canzone di un cartone animato, Goldrake, anche in considerazione del fatto che nell’ultima serata sarà ospite Cristina D’Avena. Avvallano però l’idea diffusa che siano rappresentanti di una giovinezza che non c’è più. Nostalgici.

GIOVANNI CACCAMO E DEBORAH IURATO 5: La loro interpretazione del pezzo di Pino Daniele avrebbe potuto consacrarli a favoriti, ma sprecano una buona occasione. Tuttavia sono molto votati dal pubblico, ma attenzione, le coppie funzionano quasi sempre solo nella settimana sanremese.

PATTY PRAVO 7: Lei può fare tutto, pure fare una cover di sé stessa. Coraggiosa e riuscita la scelta di duettare con Fred De Palma, due mondi lontanissimi. Un voto in meno per come è stata conciata, la sua capigliatura era davvero imbarazzante.

ALESSIO BERNABEI 6: La versione di “A mano a mano” di Cocciante con Benji & Fede è pressoché disastrosa se si ha in testa l’originale o quella di Rino Gaetano. Ma si meritano una sufficienza per aver fatto conoscere ai loro giovani fan una canzone così.

DOLCENERA 5.5: Cantare “Amore disperato” di Nada era una scelta non difficilissima, fa una buona prova, ma il vero problema è che nessuno la vota mai, prende l’1% da casa in una sfida a quattro!

CLEMENTINO 8: Cantare Fabrizio De Andrè è quasi sempre come bestemmiare in diretta, ma ‘la iena’ non prova a fare il verso al Cantautore genovese ed il risultato è piacevole, pubblico e critica sono concordi, anche la platea gli ha tributato un lungo applauso.

ELIO E LE STORIE TESE 8: Se ne inventano un’altra delle loro. Propongono una versione della quinta di Beethoven anni ’70, di due secoli dopo. Dichiarando di voler esaudire un desiderio del compositore tedesco di partecipare una volta nella vita al Festival.

ARISA 7: Riesce a rendere omaggio a “Cuore” di Rita Pavone in maniera impeccabile. La sua canzone inedita invece dopo un primo ascolto che non aveva convinto si sta riscattando nelle radio.

ROCCO HUNT 6: Tu vuò fa l’americano è perfetta per lui, così può saltellare da una parte all’altra del palco come piace a lui. Piace, non si sa bene perché, forse perché mette allegria, ma piace.

FRANCESCA MICHIELIN 7: Canta benissimo “Il mio canto libero” per una scelta che la sua mentore Simona Ventura definirebbe “gigiona”. Come recita una pubblicità, non è più una sorpresa, ma una solida realtà.

NEFFA 6.5: O’ Sarracino è una scelta che nessuno si poteva aspettare ed in effetti l’esibizione non è stata straordinaria. Merito però alla musica dei Bluebeaters che hanno reso un momento mediocre in qualcosa in più.

VALERIO SCANU 4.5: Io vivrò (senza te) viene eseguita senza sbavature come al solito per Scanu, nonostante qualche problema al microfono. Ma Battisti dava alle sue canzoni connotazioni emozionanti che a Scanu non appaiono nemmeno in sogno. Lui però, come nel 2010, ha tanti “Amici” al televoto.

IRENE FORNACIARI 7: Il fatto di essere la cantante in gara con meno fan al seguito la sprona ad essere sempre sul pezzo. Molto rock ed interessante la sua versione di “Se Perdo anche te”, brano stracoverizzato negli ultimi anni.

BLUVERTIGO 8: Sicuramente la cover più sofisticata della serata. “La lontananza” di Modugno rispecchia la voglia di sperimentazione del gruppo. Ancora una volta, sfida vinta.

LORENZO FRAGOLA 6.5: “La donna cannone” è la cover più famosa cantata in serata. Alcuni si sono indignati che un ventenne interpretasse De Gregori, ma il cantautore romano non ne aveva molti di più quando la incise. Il televoto è sempre dalla sua parte.

ENRICO RUGGERI 6: Difficilissima scelta quella degli Alunni del Sole, ed il napoletano del Rouge è quantomeno scarso. Un’occasione persa visto le tante emozioni che poteva dare con un’altra cover.

ANNALISA 8: Gianna Nannini è la cantante italiana più imitata. Ma Annalisa fa una versione sua di “America”, elegante e graffiante. Una delle migliori interpretazioni di ieri sul palco dell’Ariston.

STADIO 8.5: Vincono meritatamente. Con “La sera dei miracoli” omaggiano al meglio Lucio Dalla, che li ha praticamente fondati. Si presentano al completo,
dei grandi artisti di un’estrema semplicità. Capolavoro.

CARLO CONTI 8: Gli ascolti continuano ad essere straordinari, ma la terza serata è stata molto meno intensa della seconda. Penalizzato dalle scelte dei cantanti forse: lo scorso anno le cover erano state di più peso. Questa era la serata dove invitare gli ospiti migliori, per cui qualcosa meno delle scorse puntate.

VIRGINIA RAFFAELE 10: Poco da aggiungere rispetto alle altre serate. La sua Donatella Versace è travolgente, soprattutto quando perde pezzi di corpo per tutto l’Ariston. Anche la Versace ha apprezzato con ironia.

GABRIEL GARKO 5: Le prime due serate potevano servirgli per rompere il ghiaccio, ma anche nella terza fa incetta di brutte figure, e non è facile in un ambiente in cui tutto lo prendono per i fondelli. Prova con l’arma dell’autoironia, ma anche quella non gli riesce benissimo. Peccato, perché ad esempio nel Dopofestival è stato più disinvolto.

MADALINA GHENEA 6: Sempre lo stesso voto per la valletta, ed una considerazione che andrebbe bene per un calciatore: fa il suo.

66° Festival di Sanremo: la terza serata


66° Festival di Sanremo: la terza puntata


Come ormai di consuetudine la terza serata a Sanremo è quella considerata di ‘riempimento’. Come nella scorsa edizione viene proposta una gara di cover, da non sottovalutare visto il grande successo di un anno fa della Se Telefonando
di Nek. I 20 cantanti in gara vengono divisi in quattro mini sezioni ed il vincitore di ognuna di esse si gioca il premio finale.

Il primo quartetto vede sfidarsi Noemi con “Dedicato” di Loredana Bertè, i Dear Jack con “Un bacio a mezzanotte” del Quartetto Cetra, Giovanni Caccamo e Deborah Iurato con “Amore senza fine” di Pino Daniele e gli Zeroassoluto con “Goldrake” sigla dell’omonimo cartone animato. La spunta la rossa romana, la prima ad esibirsi.

Nel secondo gruppo salgono sul palco: Patty Pravo con “Tutt’al più” cover di sé stessa in duetto con Fred De Palma, Alessio Bernabei con “A mano a mano” di Riccardo Cocciante, Dolcenera con “Amore disperato” di Nada e Clementino con “Don Raffaè” di Fabrizio De Andrè. Passa al turno successivo proprio il rapper napoletano.

Terza manche con Elio e le storie tese che propongono la versione italiana della quinta di Beethoven, Arisa con “Cuore” di Rita Pavone, Rocco Hunt con “Tu vuò fà l’americano” di Renato Carosone e Francesca Michielin con “Il mio canto libero di Lucio Battisti”. Va alla finale il vincitore di Sanremo Giovani 2014, Rocco Hunt.

Come quarto raggruppamento si esibiscono invece: Neffa con “O’ Sarracino” di Renato Carosone, in duetto con i Bluebeaters, Valerio Scanu con “Io vivrò (senza te)” di Lucio Battisti, Irene Fornaciari con “Se perdo anche te” di Gianni Morandi ed i Bluvertigo con “La lontananza” di Domenico Modugno. Trionfa Scanu.

Nell’ultimo quartetto vengono inseriti poi: Lorenzo Fragola con “La donna cannone” di Francesco De Gregori, Enrico Ruggeri con “A’ Canzuncella” degli Alunni del Sole, Annalisa con “America” di Gianna Nannini e gli Stadio, nella loro formazione originale, con “La sera dei miracoli” di Lucio Dalla.

Quest’ultimo gruppo è stato vinto dagli Stadio, che poi si sono aggiudicati anche il premio finale davanti a Valerio Scanu, Clementino, Noemi e Rocco Hunt.

La serata si era aperta con la categoria Nuove Proposte. Doppia sfida: prima Miele contro Francesco Gabbani. Carlo Conti decreta la vittoria di Miele con il 53% dei voti, ma a metà serata succede l’impensabile. Il conduttore toscano annuncia un problema nel voto della sala stampa e quindi l’obbligo della ridotazione. Il risultato viene dunque invertito e Gabbani passa con il 50,8%. Ma è una situazione che farà molto discutere anche perché la seconda votazione è stata effettuata dopo il primo risultato e di conseguenza molti hanno potuto
cambiare idea di conseguenza. Nella seconda sfida invece Mahmood, con il 67% è il quarto a raggiungere la finalissima, eliminando l’italo-australiano Michael Leonadri, scoperto da Caterina Caselli.

Tra gli ospiti spicca la reunion dei Pooh con anche Stefano D’Orazio e soprattutto Riccardo Fogli, un medley di successi per uno dei gruppi più longevi in Italia che il 31 dicembre, alla fine di un lunghissimo tour, si scioglierà definitivamente.


Strappano qualche risata Pino e gli Anticorpi, autori di una serie di battute a raffica sul mondo della cucina. Non incanta particolarmente l’esibizione del mago Marc Hollogne e il duo comico Zoboli-De Angelis continua a non far ridere praticamente nessuno. Sempre divertente invece l’intervento finale di Rocco Tanica con la sua rassegna stampa ed i suoi ospiti improbabili. Fa sorridere invece l’atleta campionessa paraolimpica Nicole Orlando che non si fa problemi a dire che a sua madre Gabriel Garko proprio non piace.

giovedì 11 febbraio 2016

66° Festival di Sanremo: seconda serata - Il Pagellone


66° Festival di Sanremo: seconda serata – Il Pagellone


DOLCENERA 6: Con la consueta carica rock, evidente più nel modo di fare che nelle sua canzoni, ritorna Dolcenera al Festival 13 anni dopo aver vinto tra i giovani. Il suo piano voce non convince a pieno, soprattutto per un testo ed una melodia che paiono scialbi. Nel Dopofestival viene a conoscenza di essere tra i cantanti a rischio e dice: “E’ il mondo sottosopra”, per poi avere una reazione d’orgoglio: “Sono una figa”. E si becca pure l’accusa di pigrizia melodica dal maestro Vittorio Cosma.

CLEMENTINO 7: Come sempre fa un po’ quello che vuole e si diverte come un matto. Il testo è dedicato a tutti quelli che sono lontani da casa e lui stesso lo dice prima di cantarlo, cosa non banale visto che è meglio spiegare tutto per filo e per segno ad un certo tipo di pubblico. Le strofe in italiano, il ritornello in napoletano, a conferma di un percorso musicale preciso intrapreso dal rapper negli ultimi anni.

PATTY PRAVO 7.5: Nessuno tributava più una standing ovation ad un cantante in gara dall’esibizione di Pierangelo Bertoli e i Tazenda del 1991. A 67 anni, di cui 50 di carriera alle spalle, “Cieli immensi” è un pezzo di assoluto livello che Nicoletta canta in maniera incredibile con una voce che non ha nulla da invidiare a quella dei tempi migliori. Il pubblico apprezza, la critica apprezza e persino il televoto, nell’era dei Talent, la premia.

VALERIO SCANU 5: Nel 2010, anno della sua unica partecipazione a Sanremo,
vinse, ma l’orchestra per protesta lanciò gli spartiti. Quest’anno la vicenda non si è ripetuta, ma solamente perché gli orchestrali si sono addormentanti durante l’esibizione. Naufrago.

FRANCESCA MICHIELIN 6.5: Questa volta non c’è Fedez ad assicurarle il successo, né ha uno Spiderman cinematografico a farle da sfondo. Ma la giovane cantante veneta, vestita in versione Heidi, non sfigura, anzi. Il suo brano non è scontato, lei è serena e chiosa: “E’ stata una figata”.

ALESSIO BERNABEI 5.5: Se i Dear Jack non hanno lasciato traccia, figuriamoci il cantante appena fuoriuscito dai Dear Jack… Ha lasciato il gruppo per intraprendere la carriera da solista, ma il risultato è quello di aver creato i Dear Jack 2.0 che comprendono solo lui. Inspiegabile.

ELIO E LE STORIE TESE 10: La canzone più originale mai pensata per il Festival di Sanremo. Sicuramente mai nessuno aveva osato tanto: 8 brani diversi in uno, non ritornelli, ma bensì andarelli, come spiega il chitarrista Cesareo, perché non ritornano. Epico e stralunato.

NEFFA 7: L’ennesimo cambio di stile non gli giova ai fini del televoto e finisce tra gli ultimi quattro, ma la canzone porta con sé un’eleganza immensa. Basterà abituarsi ad un’altra trasformazione del cantautore/rapper campano.

ANNALISA 7: La sua canzone non ha l’immediatezza delle precedenti “Scintille” e “Una finestra tra le stelle”, la sostanza è ancora più convincente però. Una delle pochissime, forse l’unica, ad essere uscita dal talent Amici ed essersi costruita un percorso suo.

ZEROASSOLUTO 6.5: Il duo di amici dai tempi delle superiori non sono più dei giovani emergenti. Provano a ritornare con il loro stile alla “Svegliarsi la mattina” ma con meno incisività. Tuttavia sono sempre orecchiabili ed hanno un po’ di ritmo in più della media.

CARLO CONTI 10: Migliorare lo share della prima serata a Sanremo è cosa quasi impossibile, lui ce l’ha fatta. Un risultato così mancava dal 2005. Da direttore artistico ha avuto idee incredibilmente straordinarie invitano ospiti come Ezio Bosso e Nino Frassica che hanno catturato l’attenzione di tutti. Bene anche aver avuto Ellie Goulding. Un po’ meno Eros Ramazzotti e Nicole Kidman, ma sono nomi che il pubblico esige prima di accendere la tv. Scaltro e lucido.

VIRGINIA RAFFAELE 10: E’ un ingrediente fondamentale del successo di questo Festival. Dopo Sabrina Ferilli tocca a Carla Fracci essere imitata, battute al vetriolo per una professionista a tutto tondo. Tutti ad aspettare la prossima imitazione.

GABRIEL GARKO 6.5: Ripete la prova della prima serata, si presta a tutti gli sketch comici da Virginia Raffaelle a Nino Frassica, per poi andarsene a braccetto con Nicole Kidman.

MADALINA GHENEA 6: Senza infamia né lode, difficile aggiungere altro.


66° Festival di Sanremo: la seconda serata


66° Festival di Sanremo: la seconda serata


Oltre 11 milioni di telespettatori, con il 49,5% di share, incollati su Rai Uno per seguire la prima puntata del Festival di Sanremo. Numeri da capogiro per la kermesse targata Carlo Conti, che supera sé stesso.

La seconda serata si apre con la categoria Giovani, due sfide secche per decidere il nome dei primi due finalisti. Si inizia con un duello tutto femminile tra l’astigiana Chiara Dello Iacovo che canta la sua “Introverso” tutta incellophanata con movenze plastiche, e Cecile che porta sul palco “N.E.G.R.A.” con un testo molto forte. A spuntarla è la piemontese con il 64% dei voti. Poi è il turno dei ragazzi: Irama con “Cosa resterà” e Ermal Meta, già frontman de La Fame di Camilla (band presente sempre tra i giovani nel Sanremo 2010) con “Odio le favole”. Passa il secondo, di origini albanesi, con il 59%.

Le prime ospiti della serata sono Le Salut Salon, un quartetto d’archi e di ragazze, che si esibiscono suonando i loro strumenti (pianoforte, violino, contrabbasso e violoncello) in maniera originale e contorsionista.

E’ la volta dei Big. Parte Dolcenera che 13 anni dopo aver vinto la sezione Giovani della kermesse ritorna con la stessa canzone, o quasi. Segue poi il debutto di Clementino che porta un brano dedicato a tutte le persone che sono lontane da casa. Quindi è il turno dell’immensa Patty Pravo, che a 68 anni e dopo 50 anni di carriera, fa alzare ancora tutti in piedi alla fine della sua esibizione (cosa che non succedeva dal 1992 con Pierangelo Bertoli). Applauditissimo anche il direttore d’orchestra Beppe Vesicchio, simbolo imprescindibile della manifestazione.
Ellie Goulding ospite della serata

Dopo Laura Pausini, attesissimo era Eros Ramazzotti che ha portato tutte le sue hit, partendo da quelle che lo hanno lanciato su quel palco, “Terra Promessa” del 1984 e “Adesso Tu” del 1986, presentando poi il suo nuovo album “Perfetto”, spiegando di aver dato questo titolo perché secondo lui nulla è perfetto. Logico.
Direttamente dall’Isola dei Famosi torna Valerio Scanu, con una canzone scritta per lui da Fabrizio Moro. C’è poi Francesca Michielin con un motivetto niente male.

Il momento forse più alto è stato l’arrivo del torinese Ezio Bosso. Il pianista, che ha esordito come bassista negli Statuto per poi dedicarsi alla musica classica, dal 2011 è affetto da Sclerosi laterale amiotrofica e nonostante questo ha dispensato consigli di speranza, esibendosi poi nel suo brano di apertura dei concerti.
Subito dopo è dunque passato inosservato Alessio Bernabei, ma poi sul palco sono saliti gli Elio e le storie tese, giunti secondi entrambe le volte che hanno partecipato alla kermesse. Quest’anno hanno osato anche di più proponendo una canzone che in sé ne contiene altre 20.

Bella e brava la britannica Ellie Goulding con “Love me like you do”, apprezzata la sua esibizione, una star internazionale che continua a mietere successi.

Neffa torna al Festival con un’ennesima trasformazione e poi si passa alla noiosa intervista a Nicole Kidman, l’unica cosa interessante di questo momento è vedere la differenza da Ringo dei coloriti con Carlo Conti. La Kidman si è comunque prodigata in un intervento contro la violenza sulle donne. Hanno chiuso l’ennesima prova maiuscola di Annalisa e gli ZeroAssoluto, che hanno avuto il merito di non fare addormentare il pubblico a mezzanotte passata.

In attesa dei verdetti è arrivato Nino Frassica con il suo consueto humor travolgente, dichiarando di essere all’Ariston solo per conoscere Gabriel Garko (secondo Frassica figlio di Greta Garko). I due attori si sono cimentati in un’intervista doppia dai risvolti comici. Poi c’è stato il momento cucina con lo chef Antonino Canavacciuolo che ha svelato tutti i segreti di Fatima: dal quanto ci mette un uovo per cuocere, a come fare l’arrosto con le patate fino a consigliare che il momento giusto per buttare il sale nella pasta è dopo aver messo in acqua la pasta stessa. Amen.

I quattro a rischio eliminazione sono: ZeroAssoluto, Dolcenera, Neffa e Alessio Bernabei.


Su Carlo Conti c’è ben poco da dire, il suo stile è il solito, ma ancora una volta a stupire è stata Virginia Raffaele che ha impersonificato una spocchiosa e allucinata Carla Fracci. Anche Gabriel Garko e Madalina Ghenea sono quantomeno risultati più sciolti. Chiusura sugli ascolti: 10 milioni e 748 mila telespettatori e uno share del 49,91%, miglior ascolto dal 2005. Incredibile. E una piccola constatazione: gli artisti più 'esperti' sperimentano e fanno cose sensazionali che riscontrano il favore di un pubblico giovane, i 'giovani' invece fanno e cantano da vecchi. "Il mondo sottosopra" cit. Dolcenera.

mercoledì 10 febbraio 2016

66° Festival di Sanremo: la prima serata - Il Pagellone


66° Festival di Sanremo: la prima serata – Il Pagellone


Lorenzo Fragola
Lorenzo Fragola 7: Più cupo delle sue precedenti canzoni, da ‘Siamo uguali’ della scorsa edizione di Sanremo al tormentone estivo “#Fuori c’è il sole”. Classica canzone da giro di do, ma che si fa ascoltare. Fragola sembra un veterano a soli 20 anni e gliene va dato atto, seppur questa non sia sempre una cosa positiva. Il ritornello è facile da ricantare. Da manuale per il Festival.

Noemi 7: La canzone con il testo sicuramente più intenso. Non a caso finisce tra gli ultimi quattro, perché il brano ha bisogno di un ulteriore ascolto da parte di un pubblico nazionalpopolare, ma si risolleverà. Noemi è brava con un singolo dalla non facile interpretazione. Sua la bella idea di addobbare le aste dei microfoni con nastri colorati in favore delle unioni civili.

Dear Jack 5.5: Un po’ da Amici, un po’ da X Factor. La fusione tra il gruppo uscito dal talent di Maria De Filippi e il nuovo cantante Leiner proveniente da quello di Simon Cowell funziona poco. “Mezzo respiro ancora” è l’intercalare utilizzato 50 volte nel testo. I critici già dicono che si tratti di un gruppo destinato alla veloce sparizione, ma ci si chiede quando mai siano apparsi.

Gli Stadio
Caccamo & Iurato 5.5: I due giovani cantanti vengono indicati come i possibili vincitori e si capisce presto perché. Il brano infatti è ciò che di più classico possa esserci, noioso e apatico. Ma al Festival le coppie sono sempre funzionate per cui…

Stadio 6.5: Tanto si è detto della non freschissima voce di Curreri e dopo 40 anni di carriera pare ovvio. Ma gli Stadio per tenuta del palco ed intensità sembrano di un altro pianeta rispetto agli altri. Il pubblico li premia ed è forse questa la cosa più sorprendente della prima classifica parziale.

Arisa 6: Non riprende la spensieratezza di “Sincerità” né ripete le atmosfere di “Controvento”. Dopo un anno da valletta Arisa ritorna come cantante. La sua “Guardando il cielo” non è esaltante al primo ascolto, lei pare nervosa anche al Dopofestival.. forse un anno di pausa dalla kermesse ligure le avrebbe giovato.

Enrico Ruggeri 8: Alla sua nona partecipazione e con due vittorie alle spalle Rouge è sembrato uno dei più in forma nella prima serata. Nel classico stile rock è stato l’unico vero performer sul palco. Di categoria superiore.

Bluvertigo 9: “Semplicemente” non rappresenta il punto più alto della carriera artistica dei Bluvertigo, ma a Sanremo, la riunita band lombarda porta un sound lontano dalla classicità degli altri artisti e per questo paiono arrivati da un altro anfratto di questo mondo. Morgan non ha voce? No, purtroppo non l’ha più, ma il Festival non è più quello di Claudio Villa, e le grandi voci non sempre sono garanzia di qualità. I Bluvertigo hanno portato “Semplicemente” la canzone migliore.

Rocco Hunt 6: Il rapper, se così si può chiamare, ci mette anima, cuore e tanta allegria in un altro testo che vuole assurgersi ad importante. Ma il napoletano che saltella da una parte all’altra del palco come una cavalletta non pare un credibile autore impegnato. “Wake up” ha però quell’orecchiabilità un po’ fastidiosa che le vale la sufficienza.
Irene Fornaciari

Irene Fornaciari 6.5: Anche quella di Irene è una canzone che merita un secondo ascolto più approfondito. Il tema delle tragedie nel Mediterraneo non è di facile trattamento, la Fornaciari ci riesce al meglio, ma è penalizzata dall’orario in cui viene fatta esibire. Essendo forse la meno conosciuta dei 10 finisce ultima. Non è facile essere figli di… Sottovalutata.

Carlo Conti 9: Sembra di essere nel salotto di casa sua più che sul palco di Sanremo, che conduce come qualsiasi altro suo show. I risultati però gli danno ragione e più: 49,5% di share con oltre 11 milioni di spettatori complessivi con picchi di 15, meglio pure dello scorso anno. Chapeau.

Virginia Raffaele
Virginia Raffaele 9: La vera sorpresa della prima serata. Interpreta tutto il tempo un unico personaggio e si incastra benissimo tra i tempi televisivi. Fa ridere su un palco in cui non si ride mai.

Gabriel Garko 6.5: Un po’ impacciato, ma è del mestiere. Dialoga con il pubblico e legge scaltramente il gobbo senza farsi notare clamorosamente. Non facile dopo la disavventura di qualche giorno, con l’esplosione dell’abitazione in cui alloggiava e la morte della padrona di casa. Non ci si aspettava di più.


Madalina Ghenea 6: Lei del mestiere non lo è, ma il ghiaccio è rotto. Indovina un paio di battute azzeccate, ma chiaramente telecomandate.