mercoledì 25 novembre 2015

Il parco dominatore



IL PARCO DOMINATORE!


La collina. La si vede da lontano, da qualunque parte uno giunga. Dall’astigiano o dal vercellese. E’ un punto di riferimento che quando cominci a scorgere, sai che sei quasi in prossimità del capoluogo piemontese. Sotto a quelle alture, si estende Augusta Taurinorum, la prima capitale d’Italia, la culla per secoli del regno Sabaudo.
E quella collina è imponente. Per molti il simbolo massimo di quella ondulante terra rimane la Basilica di Superga e come dargli tolto, quello splendore visibile da ogni punto, ricco di storia, architettura, centro di cultura, di sport e ovviamente di preghiera. Ma in realtà, il punto più alto della collina torinese è dato da un altro colle, poco più in là, rispetto a quello di Superga.Stiamo parlando del Colle della Maddalena, 715 metri sopra il livello del mare.

E se uno giunge in auto, in moto o con una bella e salutare pedalata in bicicletta, sulla sua sommità potrà scorgere un panorama incredibile e meravigliarsi nel passeggiare in un vasto giardino pubblico cittadino, conosciuto da molti come il Parco della Maddalena, ma il cui vero nome è Parco della Rimembranza. Un po’ di numeri? 90 ettari, questa è l’estensione del parco, 21.000 gli alberi che lo compongono. Ma soprattutto, come già accennato, è il panorama che da lassù si può ammirare che rendono questo luogo unico. Da là si domina l’immensità che da Torino diparte e sbatte magistralmente su quelle Alpi che nelle giornate di sole sono fantastiche da vedere! Una vista magica! Torino ai nostri piedi e le montagne che fanno da cornice a questo incantevole e reale dipinto.
E al centro del palco uno dei monumenti simboli della città, uno dei tanti… il Faro della Vittoria, la Vittoria Alata, opera in bronzo di Rubino, dono alla città di Giovanni Agnelli del 1928 per celebrare il decimo anniversario dalla fine della Grande Guerra.
Gli amanti della bicicletta e delle camminate non possono che rimanere entusiasti di questo luogo silenzioso edominante su tutto. Da qua dipartono sentieri, viottoli, per un totale di 45 chilometri di strade sterrate che permettono di scoprire la collina in tutta la sua bellezza, nonché di arrivare sin quasi alle sponde del fiume Po che da quassù si può vedere come un enorme bacino d’acqua pronto ad attraversare l’intera città!

Novanta oltre agli ettari sono gli anni di vita di questo parco, inaugurato nel 1925 da Vittorio Emanuele III. Il nucleo originario conserva ancora oggi il ricordo di 4.787 caduti torinesi, accanto ad ogni pianta è riportata una targhetta col nome di un caduto della Guerra del ’15-’18.

Bene! Se non sapete quindi come trascorrere una domenica, se volete ammirare la città da un punto di vista differente, se volete passeggiare dove non lo avete mai fatto, se volete salire sul colle più alto di Torino, se volete gettarvi con la vostra bicicletta giù per i ripidi pendii della collina, se volete godere di un panorama incredibile, se volete portare i vostri bambini a correre per sentieri sconosciuti, se volete mangiare un gelato sotto al Faro della Vittoria, se volete semplicemente scoprire un altro luogo della nostra terra… il Parco della Rimembranza è pronto ad accogliervi!!!

mercoledì 18 novembre 2015

Il Sacro Monte silenzioso! (seconda parte)



IL SACRO MONTE SILENZIOSO!
Seconda Parte


Vada per il Cacio e Pepe. Ci accomodiamo al ristorante. Non male, né il ristorante, né il cacio e pepe. Il vino anche, ottimo. Nonostante la stagione non sia quella calda, la giornata è solare e possiamo scorgere dalle vetrate del locale la piazza su cui si affacciano gli edifici ammirati poco prima. Un buon caffè decreta la fine della nostra fatica culinaria, anche perché se fossimo stati ancora seduti non avremmo potuto ammirare ciò che il luogo ha da offrirci. E così dopo aver pagato, eccoci di nuovo, sempre più numerosi, a noi si sono aggiunte definitivamente le due coppie incontrate al mattino, provenienti da un paesino vicino a Verbania, nella piazza antistante il Santuario di Crea. Li guardo tutti, quasi a volerli mettere sull’attenti o a voler fare una sorta di ripasso della mattinata. Saranno pronti questa volta ad entrare in Chiesa prima che anche il tempo della merenda prenda il sopravvento sul resto??? Entriamo, nel silenzio più totale di questo inizio pomeriggio. 

Mi volto, con la voce bassa li osservo, prima di riprendere il mio depliant e iniziare a raccontare:
‘Ci troviamo all’interno della Chiesa di Santa Maria. Se siete dei bravi osservatori, nel fare un giro per l’interno, vi sarete accorti di quanti siano le opere, anche di un certo spessore artistico, che qua sono conservate! Quella che potete vedere qua dinnanzi a voi è la Cappella di Santa Margherita con affreschi del ‘400. Raffigurano la Madonna in trono e i donatori e le Scene del martirio della Santa. Sono dipinti da un autore conosciuto genericamente come il ‘Maestro di Crea’, potrebbe trattarsi di Francesco Spanzotti, ma non si hanno delle conferme certe in tal senso. Tra i tesori che a Crea troviamo, dobbiamo ricordare anche la bella tavola di Macrino d’Alba e due ritratti di Guglielmo IX del Monferrato e Anna d’Alencon. Queste opere sono conservate nel museo del Santuario’.
Poche parole. Continuo per la mia via ed esco. Non tutti mi seguono però. Alcuni si soffermano ancora all’interno della Chiesa e dopo una decina di minuti tutti siamo di nuovo nella Piazza principale.

‘Allora, siete pronti a passeggiare?Relax. Tranquilli, ognuno del suo passo e arriviamo in cima’ E così sarà. C’è poco da spiegare e tanto da ammirare camminando salendo per questo sentiero, che ci fa incontrare sul suo percorso alcune cappelle bellissime, con statue di terracotta meravigliose. Arriviamo fino in cima, alla Cappella Paradiso, mai nome fu più appropriato. Questa cappella rappresenta il punto di arrivo, ma soprattutto il culmine del percorso devozionale. Centosettantacinque sono gli Angeli in terracotta che portano in cielo la Vergine, cui fanno da chiosa trecento figure plastiche raffiguranti santi e profeti e altri angeli dipinti sulla volta. L’impatto è veramente notevole e tutti rimangono stupiti da quella incredibile visione.

E poi che dire del panorama che da quassù si può ammirare sulla pianura circostante, che abbraccia le terre monferrine, ma anche e soprattutto il vercellese? Davvero impressionante questa piana che si perde a vista d’occhio proprio sotto di noi.
Sembrano tutti esterrefatti dal luogo, dal percorso, dalla giornata… poi qualcuno, il solito, si accorge che ci starebbe un ottimo dolcino di metà pomeriggio prima di riprendere la strada di casa. Così, tutti insieme ridiscendiamo dal monte…

‘E’ l’anno 1980. Qua, dove ora stiamo camminando, viene istituito il ‘Parco Naturale del Sacro Monte di Crea’. Il primo che insieme abbiamo visto, ma se vi siete trovati bene… perché non vedere insieme anche gli altri? Pranzo e merenda garantiti!’

lunedì 16 novembre 2015

Gli spari sopra


GLI SPARI SOPRA

Questa settimana la notizia non riguarda un fatto accaduto in Piemonte… o forse sì… anzi no. Questa frase di poco e dubbio significato indica però un avvenimento preciso delle ultime ore: uno degli artefici degli attentati di Parigi sarebbe libero e starebbe scorazzando tranquillamente nella nostra Regione a bordo della su Seat Ibiza nera. Questo potrebbe farci tremare, ma ‘l’anzi no’ con cui si conclude l’inizio di questo pezzo indica un dato molto più confortante, che l’auto in questione è stata ritrovata nella capitale francese. Possiamo tutti tirare un sospiro di sollievo. Ma di che?

Nessun film, né tanto meno “Venerdì 13”, si avvicina a raccontare gli orrori proprio di quel giorno. Venerdì 13 novembre 2015 diverrà un giorno tristemente noto nel nostro calendario europeo, proprio come l’11 settembre per gli americani. Chi di voi è stato in Siria? Probabilmente nessuno. Chi di voi ha un conoscente che è stato in Siria? Immagino pochi. Chi di voi è stato a Parigi? Tanti. Chi di voi ha un conoscente che è stato a Parigi? Forse tutti. Ecco che un episodio come quello successo venerdì scorso assume un aspetto di terrore intimo che non può essere paragonato ad altro. Se una cosa del genere avviene vicino a noi ci sentiamo attaccati personalmente reagiamo in altro modo.


In questo fine settimana appena passato chiunque si è sentito libero di dire la sua sull’argomento. Tanti hanno cercato un sistema per eliminare l’Isis. Ma come fare? Qui non si tratta di un popolo di barbari che in massa viene a saccheggiare l’Impero Romano. La strage di venerdì ci insegna che nel nostro tempo basta un manipolo di fanatici per distruggere centinaia di vite. Gli artefici dei fatti di Parigi sono stati materialmente forse una ventina, mica l’intera stirpe degli Unni. Eppure se ci pensiamo bene siamo vulnerabili proprio sui piccoli numeri. Chi potrebbe fermare un folle che ha deciso di fare una carneficina mentre stiamo assistendo ad uno spettacolo al Teatro Carignano o all’Alfieri, o stiamo cantando ad un concerto estivo all’aperto? Nessuno. Nessuno ha le chiavi per entrare nelle menti di questi individui. Riflettiamoci.

Green Verbania


GREEN VERBANIA

Città ingessate, statiche e pigre. Aree urbane che arrancano e faticano a rinnovarsi in chiave sostenibile ed essere culle di una rigenerazione urbana capace di migliorare la qualità ei singoli e della comunità.
Queste sono le lapidarie, ma quanto mai realistiche parole con cui Legambiente, in collaborazione con Il Sole 24 Ore, definisce i risultati emersi dalla ricerca ‘Ecosistema Urbano’, giunta alla sua ventiduesima edizione. Il fine ultimo di questo rapporto è stilare una classifica sulla vivibilità ambientale delle provincie italiane. Ed il primo posto se lo è aggiudicato Verbania.

Un vero trionfo per la città nata nel corso del Novecento dalla fusione dei comuni di Pallanza ed Intra. Un Caporetto al contrario, tanto per riabilitare anche lo sconfitto italiano per eccellenza quale Luigi Cadorna che di questa terra era nativo. Verbania mette in riga infatti comuni come Trento, Belluno e Bolzano che avevano dominato la classifica negli anni passati.

Il nostro Piemonte, oltre alla città dove sfocia il Toce, può vantarsi di avere altre tre province nelle prime venti, che sono rispettivamente: Cuneo al 13esimo posto, Biella al 17esimo e Novara al 18esimo. Senza infamia né lode il 40esimo gradino per Asti mentre per le altre è notte fonda. Vercelli è al 64esimo, Alessandria al 77esimo e Torino addirittura all’84esimo, dietro appena a Roma e alla Taranto dell’Ilva, ed è ultima tra i comuni del Nord Italia in questa classifica.


Si potrebbe stare a discutere per delle ore sulla completa veridicità o meno di queste conclusioni, che tengono conto di vari fattori quali qualità dell’aria, gestione delle acque, rifiuti, trasporto pubblico, ciclabilità, isole pedonali, ma il dato certo che ne esce è che si vive meglio in città dove non c’è un sovrappopolamento e soprattutto dove si riesce ad effettuare una funzionale raccolta differenziata e dove c’è una potenziata rete di trasporti. In queste ultime due Torino pecca ancora tantissimo, eppure basterebbe fare qualche chilometro di strada per andare a carpire qualche consiglio utile.

mercoledì 11 novembre 2015

Il Sacro Monte Silenzioso!



IL SACRO MONTE SILENZIOSO!
Prima Parte


E’ un giorno di festa come altri, un po’ più freddo degli ultimi, anche se il sole sta pigramente per sorgere e sono sicuro che il suo calore tra qualche ora si farà sentire. Cartina alla mano la scelta è stata già circoscritta la sera prima su una zona mai calpestata da me e come tutte le volte la curiosità e la voglia di scoprire qualcosa di nuovo mi rendono entusiasta. Non sono solo, il gruppo che si è creato per la ‘spedizione’ odierna non può che essere il più diverso per elementi, passioni, scelte di vita. Ma mi sento assecondato, tra tutti, forse sono l’unico ad avere lo zaino sempre pronto e l’innata voglia di coinvolgere anche altri nelle mie passeggiate fuori porta. ‘Dove ci porti oggi?’. Li guardo, poche volte nella vita mi sono sentito al centro dell’attenzione, non mi è mai piaciuto esserlo, ma sapere di avere il coltello dalla parte del manico ed ogni tanto poter ‘imporre’ qualcosa da far conoscere ad altri, che difficilmente si sarebbero alzati dalla poltrona di casa, mi fa piacere.

Ed è quello che è successo. Molte volte ho sentito parlare, ho letto qualcosa riguardo ai Sacri Monti del Piemonte. Mi sono imbattuto alcuni mesi prima anche in una bella ed interessante mostra fotografica dedicata proprio a loro in collina a Torino. Così ho deciso che anche per me è venuto il momento di affrontarli, ammirarli, godermeli.
Crea. Da lui voglio partire. Provincia: Alessandria. Paesi limitrofi da visitare, a decine, tra i quali Moncalvo, Murisengo e Casale. Comunico la mia decisione.La metà dei partecipanti non sa dove tutto ciò si trovi. Ma approva. Per fiducia, credo. Il viaggio è rilassante, intervallato da chiacchiere e dall’autoradio che con la sua musica ci tiene compagnia nei pochi momenti morti dei nostri dialoghi. Seguiamo le indicazioni, fino ad arrivare alla sommità del monte. Scendiamo, un silenzio avvolge il nostro arrivo. Poche auto nel parcheggio, finalmente il sole si è alzato sopra le nostre teste, sentiamo ancora il fresco della stagione, ma nulla in confronto con quello del mattino. Dobbiamo camminare, non so per quanto, ma credo poco. La strada ci conduce al Santuario Mariano che si affaccia su una piazzetta su cui vi sono altri edifici, compreso un bar ed un ristorante, dove tra poco potremo rifocillarci. Il mangiare è sempre un ottimo stimolo, anche per chi è più pigro.

Raduno tutti al centro della piazza e con un depliant in mano comincio a leggere, come se fossi, per la prima volta in vita mia, una vera e propria guida turistica:
‘Il Sacro Monte di Crea si trova su una delle più alte colline del Monferrato. Come altri sacri Monti, sia del territorio piemontese, che di quello lombardo, anche quello di Crea fa parte di un vasto Parco Naturale. I Sacri Monti, a partire dal 2003 sono stati inseriti dall’UNESCO nell’elenco dei patrimoni dell’umanità’. Faccio una pausa. Nessuno sembra ancora essersi addormentato, sarà per il freddo, penso. Volgo lo sguardo verso la Chiesa ‘Tra poco entreremo nel santuario. La tradizione vuole che sia stato Sant’Eusebio nel 350 d.c.a portare proprio qua una statua lignea della Madonna col Bambino, venerata ancora ai giorni nostri. Sant’Eusebio fu colui che in qualche modo diffuse il Cristianesimo nel pagano Monferrato. La storia del Sacro Monte di Crea comincia con quella del convento e della Chiesa di Santa Maria, meta di pellegrinaggio già dal medioevo.Già luogo di culto nel XII secolo, i Marchesi del Monferrato gli donarono una reliquia della Santa Croce. 

Sono secoli, quelli dal XII al XVI in cui la Chiesa, così come la vediamo oggi, viene rimaneggiata, ingrandita, al suo interno vengono dipinti molti affreschi, create cappelle.Ma allora vi era la chiesa e basta. Solo nel 1589, sotto Vincenzo I di Gonzaga, si cominciò a parlare di un progetto di costruzione di cappelle devozionali del Sacro Monte, sullo stiledi ciò che stava avvenendosu diun altro bellissimo sacro Monte, quello di Varallo’ Mi stacco di nuovo un attimo dalla lettura. Tutti attenti, tranne uno che si è allontanato attratto più dal menù odierno del ristorante che da Vincenzo I di Gonzaga… Mi accorgo però che quel gruppo di amici è diventato più numeroso, quattro signori di una certa età mi guardano ‘Vada pure avanti, sono interessanti le cose che dice… l’ascoltiamo’Guardo gli altri che sembrano volermi dire la stessa cosa … dunque, dove eravamo?‘Diciotto stazioni dedicate ai misteri del Rosario dovevano essere costruite, le prime furono la Natività e la Presentazione di Maria al tempio. Ma il progetto divenne sempre più complesso, addirittura si cominciò a parlare della costruzione di 40 cappelle. Ma torniamo al Santuario. Nel 1735 venne completamente rifatta la facciata… ma poi arrivò l’età Napoleonica e di qua un periodo di declino fino alla ristrutturazione avviata nel 1859. Direi che non ci resta che entrare in Chiesa e dopo affrontare le asperità del Sacro Monte… che ne dite?’ Qualcuno mi guarda perplesso, altri approvano immediatamente, compreso l’uomo che prima si era allontanato e che porta con sé una notizia, a suo dire, fantastica.Il ristorante quel giorno aveva tra il menù ‘spaghetti cacio e pepe’, il suo piatto preferito…

Fine prima parte