LA
CAPITALE DELLA CIASTELADO
Dove
Vorrei
fermarmi qua! In questo silenzio che ha quasi dell’incredibile, in questa
natura che attorno a me regna sovrana tra boschi incantati e storie di tempi
andati! Torno proprio in quel luogo quando voglio evadere dalla mia routine
quotidiana fatta di corse senza un senso, che invece meriterebbero pace e
riposo. Casteldelfino mi infonde quella spensieratezza di giovane ragazzo che
ha voglia di scoprire, amare, sognare. Per questo giungere fino a qua, in Valle
Varaita, non è un peso, ma una piacevole e lunga passeggiata verso un tempo che
non esiste, e che se esistesse andrebbe centellinato e vissuto secondo dopo
secondo.
Descrizione
e Storia
Casteldelfino
ha alle spalle più di mille anni di storia. L’allora primo insediamento, Villa
Sant’Eusebio, risale addirittura al X secolo, anche se rispetto alla posizione
attuale, sorgeva qualche chilometro più in basso. A seguito di una tremenda
alluvione alla fine del XIV secolo il paese venne ricostruito altrove e prese
il nome di CastrumDelphini, ad indicare il castello voluto da Umberto II
Delfino di Vienna, i cui resti sono ancora tutt’oggi visibili.
Anni prima,
nel 1343 insieme ai paesi di Bellino e Pontechianale anche Casteldelfino entrò
a far parte della Repubblica degli Escartons e sei anni dopo, sempre l’allora
Villa Sant’Eusebio divenne francese. Seguirono trecento anni di relativa
tranquillità, fino a quando, nel 1628, a seguito della guerra di successione
del Monferrato, le truppe dei Savoia sconfissero i francesi. Iniziò così un periodo turbolento per la
Capitale della Ciastelado, che portò anche alla distruzione del bel castello.
Nel 1713, con il trattato di Utrecht tutto il territorio della Castellata passò
alla casata dei Savoia ed entrò a far parte del Regno di Sardegna. Quarant’anni
dopo, il territorio di Casteldelfino fu teatro di violenti scontri tra
l’esercito savoiardo e le truppe franco-spagnole nel quadro della guerra di
successione austriaca.
Perché
andarci
Oggi,
Casteldelfino ha tutto per essere considerata una delle mete ideali dove
trovare, tra il suo assordante silenzio, momenti di tranquillità che si fondono
con una realtà montanara che non ha perduto le sue radici antiche. Tutto
diparte dalla Chiesa parrocchiale e si perde nei piccoli vicoli del centro
storico. Ancora visitabile l’antica Chiesa di Sant’Eusebio e di particolare
importanza e di pregevole bellezza risulta essere il Museo en plein d’air di
arte sacra ‘Santi del Popolo’ nell’omonima piazza, il primo museo nel suo
genere a livello nazionale, con sei statue di Santi in bronzo a misura d’uomo.
Inoltre il museo è dotato di impianto di diffusione di musica sacra e di
lettura della scheda di ciascun santo presente nel museo.
Senza
contare per gli amanti della natura che Casteldelfino è circondato da centinaia
di sentieri adatti per ogni tipo di escursione e d’inverno offre per gli amanti
del più famoso sport invernale di ben due piste per poter praticare lo sci di
fondo.
Curiosità
Le stesse
montagne sono poi ricche di vegetazione. Non a caso nel comune si trova una
importante porzione del Bosco dell’Alevè, il più esteso bosco autoctono di pini
cembri dell’Europa Occidentale. Non
resta altro che raggiungere questa località e lasciarsi trasportare dalla
molteplicità di risorse che questa zona offre, passeggiando, visitando o
semplicemente degustando una bevanda calda in una delle locande della zona,magari
avendo la fortuna di ascoltare la gente del posto
conversare nella famosa lingua occitana…