mercoledì 13 maggio 2015

La cattedrale più grande? non è a Torino




LA CATTEDRALE PIU’ GRANDE? NON E’ A TORINO


Torino prima Capitale d’Italia, capoluogo del Piemonte, città industrializzata. Ma se parliamo propriamente di cultura e di arte, la nostra Regione annovera una serie infinita di piccole e più grandi località tutte da scoprire. Asti è sicuramente una di queste. Bella, imponente, artisticamente sublime. Dopo Torino è sicuramente la città, con i suoi quasi 80.000 abitanti, più ricca artisticamente parlando, di Palazzi, Chiese, Torri!
A volte viene accantonata per lasciare spazio ad altre mete e questo dispiace molto, perché  una giornata trascorsa passeggiando per il suo centro storico, permetterebbe di assaporare appieno i  duemila e oltre anni di storia che la città si porta sulle spalle.Fu fondata dai romani con il nome di ‘Hasta Pompeia’!

Tanti sarebbero gli edifici, le vie, le chiese da visitare. E sicuramente pochi sanno che proprio ad Asti si trova la Cattedrale più grande del Piemonte. Imponente, questo è l’aggettivo giusto per definire Santa Maria Assunta e San Gottardo, sede vescovile. Una delle più grandi chiese della regione con i suoi 82 metri di lunghezza e ventiquattro di larghezza! Anche la sua storia si perde nei secoli passati. Si pensa addirittura che il primo insediamento risalga al V-VI secolo. Ma la costruzione crollò nell’XI secolo.Secolo in cui venneperò ricostruita e consacrata da papa Urbano !!, nel 1095! Anno in cui venne data alla luce la nuova Cattedrale di Asti! Ma molti furono i cambiamenti, ampliamenti, miglioramenti che vennero fatti nei secoli a venire a questa struttura che ancora oggi è considerata una delle massime espressioni dell’architettura gotica (lombarda), non solo del Piemonte, ma di tutto il Nord Italia!

Ciò che rimane impresso nella mente, una volta visitata è sicuramente la mole di questa enorme Chiesa e poi la facciata, costituita da tre rosoni sormontati da una finestra a crociera. Senza dimenticare la parte laterale e il portale dei Pelletta, risalente al XV secolo su cui sono presenti magnifiche statue dei santi.Alzando lo sguardo inoltre, si fa fatica a far rimanere in un’unica foto tutto il campanile, in stile romanico, costruito nel 1266 e contenente ben 9 campane.
E poi c’è l’interno, l’imponente interno,come è l’intera Chiesa. Sarebbero troppe le parti da descrivere. Il consiglio è quello di rallentare il tempo e godersi passo dopo passo questa maestosità che pochi conoscono, magari arrivando proprio durante una funzione e al termine di quest’ultima avere tutto il tempo per alzare gli occhi verso le pareti ed ammirare i dipinti, l’organo del 1844 e quello di Liborio Grisanti risalente al 1768, restaurato di recente e poi ancora la Cappella dell’Epifania, il coro ligneo nella parte absidale della Chiesa, la Cappella di San Filippo Neri, ed infine ciò che a me ha colpito maggiormente, ovvero il Compianto su Cristo Morto’, un gruppo scultoreo del XVI secolo comprendente otto personaggi in terracotta policroma.

E poi nel silenzio uscire da questo luogo di culto e ritrovarsi nella piazza antistante la Chiesa. Sentirsi ancora una volta microscopicidinnanzi a tanta magnifica arte racchiusa in questa millenaria immensità, ma consapevoli, ancora una volta di avere aggiunto un altro piccolo tassello nella nostra personale scoperta di tesori nascosti, talvolta proprio dietro casa. E come sempre non vedere l’ora di ripartire, alla ricerca di nuove piccole e grandi realtà!


mercoledì 6 maggio 2015

Qua, dove si respira l'aria di mare!




QUA, DOVE SI RESPIRA L’ARIA DI MARE!


Noi, piemontesi naviganti senza meta. Noi, piemontesi nati con la vista delle montagne dietro casa e l’odore di mare che non possiamo assaporare. Noi, piemontesi che il mare lo abbiamo conquistato con la nostra audacia, forza, voglia di libertà…
Questo è un luogo magico, silenzioso, storico. Lassù, o meglio laggiù. Perché non siamo più nella nostra regione, ma abbiamo varcato anche questa volta il confine. Quel confine a sud che significa terra ligure, mare, vacanze. Eppure sfido tanti di noi, che centinaia di volte hanno percorso la Torino-Savona, ‘attraccato’ la propria auto su di un lungomare affollato, trascorso week end, settimane, mesi in una località turistica,a giurare di averavuto la voglia, la forza o semplicemente la curiosità di esplorare quella terra di nessuno, così incantevole e reale che vive in equilibrio tra la montagna e quello sconfinato e sottile colore blu, sospesa tra mare e cielo che è l’entroterra di una regione alquanto affascinante e poco esplorata. Sentieri, paesini, storia. E per cominciare la nostra nuova esplorazione partiamo da una piccola località di poco più di 150 abitanti. Eppure questo paesino è entrato di diritto ad essere considerato uno dei più bei borghi d’Italia.

Stiamo parlando di Castelvecchio di Rocca Barbena, comune 400 metri sopra il livello del mare a cinquanta chilometri dal capoluogo Savona. Uno di quei posti difficili da descrivere se non ci si è mai andati. Un nome da favola per un piccolo paese in cui è la pietra a far da padrona. Un castello imponente, delle viuzze che si inerpicano in un centro storico che nulla ha da invidiare a nessun altro borgo antico di questo nostro Paese. Il mare è a pochi passi, poco più di dieci chilometri, ma qua siamo in un altro mondo che ci riporta indietro nel tempo, in quell’ottocento dove la vita doveva svolgersi nel silenzio e nella beata quotidianità racchiusa in questo borgo. Il tramonto di Castelvecchio è unico. Il fumo che si alza dai camini in una serata di autunno crea un’atmosfera che va a genio per gli amanti dei momenti nostalgici. Luogo amato da artisti in cerca di ispirazione, di pazzi venuti a contemplare la luna, di sognatori alla ricerca di un qualcosa che da altre parti sarebbe persino difficile immaginare.

A dominare questo paese ‘murato’ della Val Neva ligure è il Castello, costruito nell’XI Secolo dai Clavesana e appartenuto per secoli alla nobile famiglia dei Del Carretto. Ma di particolare interesse, passeggiando tra le antiche case, scorgiamo la Chiesa dell’Assunta, la piazza della Torre su cui si affaccia l’Oratorio dei Disciplinati e poco più in là, sulla strada che conduce al cimitero, troviamo il Santuario della Madonna della Grazie da cui possiamo ammirare un panorama stupendo su questo borgo.

Non resta che pensare e agire. Pensare che anche quando siamo in vacanza in una bella località di mare in Liguria, non solo esistono i ‘budelli’, il lungomare e la trafficata Aurelia, ma anche un territorio da scoprire, proprio alle nostre spalle, verso quel Piemonte che nasce dietro le Alpi Marittime e poi agire, partire, scoprire. Castelvecchio di Rocca Barbena e la Val Neva sono pronti a farsi conoscere e regalarci angoli ed emozioni che nonostante la sua bellezza infinita e sconfinata, sua maestà il mare non può darci. Qua, dominati dalla Rocca Barbena (1142 metri), tra vicoli in pietra e case antiche, si respira l’aria di mare ma lontano dal caos della costa tra storia e natura.
Insomma… luogo ideale per splendide passeggiate e per una giornata veramente di armonia, serenità e tranquillità…