Fossano:
alla scoperta di una delle ‘Sette Sorelle’
Il Castello |
Difficile a volte risalire
all’etimologia di un nome. Ancor di più se quel nome è riferito ad una città il
cui primo insediamento risale addirittura all’800 a.C. Eppure ‘Fossano’
potrebbe proprio derivare dalla parola fossato, in piemontese “fossà”, da cui
fossan, ‘abitante del fossato’. Anche se l’ipotesi che avanzano alcuni storici
è un’altra, ovvero che il nome derivi da “fons sana”, ad indicare la presenza
nelle vicinanze di una sorgente d’acqua potabile.
Nome a parte, Fossano è tra le città
più rilevanti della ‘provincia granda’, fa parte delle cosiddette ‘Sette
Sorelle’, le città più importanti del cuneese, insieme al capoluogo stesso,
Alba, Bra, Mondovì, Savigliano e Saluzzo.
L’anima di Fossano è nel suo antico volto
medievale. Ma il cuore batte tra le vie del centro storico, tra palazzi
nobiliari e chiese barocche. E chi per la prima volta entra in città non può
rimanere che affascinato dall’edificio simbolo, orgoglio dei fossanesi e non
solo, l’imponente CASTELLO DEI PRINCIPI
DI ACAIA.
Portato a compimento in soli 8 anni
(tra il 1324 e il 1332) per volere di Filippo d’Acaia, potente feudatario del
ramo cadetto dei Savoia, la costruzione inizialmente era una Fortezza composta
da quattro poderose torri a pianta quadrata, un fossato presente su tre lati
verso la città e una ‘scarpata’ giardino fortificata verso la pianura.
Estintosi il ramo degli Acaia, nel
1418, con Amedeo VIII il castello si trasformò in una Residenza Signorile. In
questo periodo venne realizzata l’Aula Magna o Sala del Trono (con soffitto a
cassettoni), l’alloggio del principe, la cappella, le cantine, la quinta torre
destinata alle cucine, numerose nuove finestrature e soprattutto il
caratteristico cortile interno con porticato a colonne su tre lati, in marmo
bianco.
Molti furono i personaggi che
risedettero al suo interno, come la famosa duchessa di Milano Bona di Savoia:
si racconta che la sua salma, rimasta insepolta per molti giorni, fu
trasportata via dal castello di notte, accompagnata da due soli nobili con i
ceri accesi e seppellita forse nella Chiesa di San Giovenale. La leggenda narra
che l’anima della vedova del crudele Galeazzo Sforza aleggi ancora oggi, nei
camminamenti di ronda e nelle stanze più dimenticate delle torri.
Nel corso dei secoli il castello
venne utilizzato per diversi scopi, nel seicento come carcere, in cui vennero
rinchiusi i Valdesi della Val Pellice perseguitati per motivi religiosi e
politici, mentre nell’ottocento fu sede della Scuola Superiore di Veterinaria.
Oggi il Castello dei Principi d’Acaia
ospita la splendida, ricca e vitalissima biblioteca, l’archivio storico e ha
sale utilizzate in caso di mostre, congressi e attività culturali.
l’anima medievale…
Lasciato il castello non abbiamo che
l’imbarazzo della scelta su cosa visitare, le vie che da qui partono ci
conducono nel cuore vivo della realtà cittadina, quel cuore medievale che trova
nitide testimonianze nella CHIESA DI SAN
GIORGIO, la più antica della città, edificata nel XIII secolo nel più
antico terziere, il “burgus vetus”. Il fascino di San Giorgio deriva dal fatto
che racchiude in sé le tracce di tutte le epoche che Fossano ha attraversato,
con la sua facciata tipicamente barocca, la sacrestia e le sue colonne del
‘400, il campanile seicentesco, l’abside con i suoi affreschi di inizio
Novecento. Un tuffo nella storia fossanese, dalla romanità ai giorni nostri.
Sempre di epoca medievale è la CHIESA DI SANTA MARIA detta ‘DEL SALICE’ per
l’ipotetica presenza di quest’albero.
Costruzione del XIII secolo, in origine possedeva ben 17 altari e
conserva al suo interno ancora tracce di antiche testimonianze pittoriche sulle
colonne di sostegno della navata centrale. La CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, oggi sconsacrata, ospita
interessanti opere superstiti e soprattutto è divenuta un importante centro
utilizzato per le esposizioni di artisti locali emergenti.
…e quella barocca
La CATTEDRALE DI FOSSANO è invece di altro periodo. Consacrata infatti
nel 1791, la Chiesa, dall’imponente facciata neoclassica, ha al suo interno
opere di importanti artisti come il Claret e il Boetto. Il campanile risale al
periodo quattrocentesco, durante il XVII secolo venne aggiunto a quest’ultimo
una cuspide ottagonale particolarmente raffinata che ne slanciò l’aspetto.
Sempre di epoca settecentesca è la CHIESA DI SAN FILIPPO al cui interno
spicca il barocco nelle sue forme più spettacolari: affreschi illusionistici
dei fratelli Pozzo e del Milocco, tele
del Taricco e del Gambera, oltre a preziosi lavori di intarsio e doratura dei
cori lignei e dell’organo.
Uno degli edifici più suggestivi del
‘barocco piemontese’ è la CHIESA DELLA
SANTISSIMA TRINITA’ (Battuti Rossi) consacrata nel 1737 su progetto del
monregalese Francesco Gallo con decorazioni interne dei fratelli Pozzo, del
figurista Milocco e del quadraturista Dallamano. Oltre a quella dei Battuti
Rossi, che si occupavano degli infermi, a Fossano esistevano altre due
confraternite, quella dei Battuti Neri, i quali assistevano i carcerati e i
condannati a morte e che avevano sede presso la CHIESA DELLA MISERICORDIA e i Battuti Bianchi, che avevano l’allora
arduo compito di raccogliere denaro per riscattare i cristiani rimasti
prigionieri dei mori e dei turchi. I Battuti Bianchi risiedevano nella CHIESA DEL GONFALONE.
il miracolo di Cussanio
In una delle tante frazioni di
Fossano, a Cussanio, racconta la tradizione che nel maggio del 1521 la Vergine
Maria apparve al signor Bartolomeo Coppa, uomo di bassa statura, deforme, sordo
e muto sin dalla nascita. Miracolosamente guarito, Coppa invitò tutti i suoi
compaesani alla penitenza e questi, in occasione di una pestilenza iniziarono a
recarsi in pellegrinaggio sul luogo dell’apparizione, dove venne costruita una
cappella.
Oggi sorge un Santuario, con al suo
interno importanti tele di Claret e Beaumont, luogo di fede e devozione molto
forte, e che ogni anno è meta di migliaia di pellegrini.
Tra ricchezza e nobiltà
Non solo Chiese, ma anche Palazzi.
Palazzi storici, nobiliari, medievali. Palazzi raccolti soprattutto attorno
alla ‘Via Maestra’, Via Roma, luogo di mercato, palcoscenico di magie, teatro
di rievocazioni storiche. Di notevole pregio e interesse il Palazzo Comunale,
Palazzo Santa Giulia, appartenente a una delle dodici famiglie fondatrici di
Fossano, i Santa Giulia per l’appunto, Palazzo Crotti di Coazze, Palazzo Bava
di San paolo e Palazzo del Comandante.
La Giostra de l’Oca
Ogni penultima domenica di giugno
Fossano rivive l’emozione del palio dei Borghi. Si tratta della rivisitazione
di eventi storici e di fatti realmente accaduti e documentati, particolarmente
significativi per la città e la sua storia.
Al centro della rievocazione,
l’esibizione degli sbandieratori, il corteo dei costumanti, la gara degli
arcieri e la corsa dei cavalli. I cavalieri si sfidano in una gara di velocità
e abilità: al terzo giro del percorso allestito in piazza Castello afferrano
una spada sistemata a lato e cercano di colpire un’oca (di polistirolo) posta
in un cesto a terra. Il primo a tagliare la testa all’oca è il vincitore. Gli
arcieri tirano, invece, contro un bersaglio di oche (sempre in polistirolo) in
movimento. I punteggi di arcieri e cavalieri si sommano per l’assegnazione del
palio.
La festa prosegue poi lungo la ‘via
maestra’ con la ricostruzione di antiche botteghe artigiane e l’assaggio di
saporiti piatti preparati seguendo le ricette di un tempo. E la sensazione di
compiere un tuffo nel passato è rafforzata anche dalla partecipazione di
artisti, di cantastorie e di musici.
Due passi in… periferia!!!
Guai lasciare la città senza alzare
in alto lo sguardo. Oltre la Stura, oltre le Chiese, oltre i Palazzi, oltre la campagna circostante. Ed ammirare in
tutta la sua magnificenza, magari passeggiando in Via Mellano, dai fossanesi
conosciuta come il “gir dla lingera”, in allusione all’ottocentesca casa di
meretricio che si affacciava sulla strada, le splendide Langhe e le Alpi
Marittime. E poi continuando a camminare voltare gli occhi dal lato opposto e
rimanere incantati dalla maestà del Monviso fino a giungere alle vette della
Valle d’Aosta. Un paesaggio, uno scenario sconfinato, uno straordinario e
colorato quadro da portarsi a casa per essere osservato nelle grigie giornate,
rimembrando di questa storica città, silenziosamente adagiata nella pianura piemontese.
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