mercoledì 17 aprile 2013

Fossano: alla scoperta di una delle "Sette Sorelle"





Fossano: alla scoperta di una delle ‘Sette Sorelle’

Il Castello
Difficile a volte risalire all’etimologia di un nome. Ancor di più se quel nome è riferito ad una città il cui primo insediamento risale addirittura all’800 a.C. Eppure ‘Fossano’ potrebbe proprio derivare dalla parola fossato, in piemontese “fossà”, da cui fossan, ‘abitante del fossato’. Anche se l’ipotesi che avanzano alcuni storici è un’altra, ovvero che il nome derivi da “fons sana”, ad indicare la presenza nelle vicinanze di una sorgente d’acqua potabile.
Nome a parte, Fossano è tra le città più rilevanti della ‘provincia granda’, fa parte delle cosiddette ‘Sette Sorelle’, le città più importanti del cuneese, insieme al capoluogo stesso, Alba, Bra, Mondovì, Savigliano e Saluzzo.
L’anima di Fossano è nel suo antico volto medievale. Ma il cuore batte tra le vie del centro storico, tra palazzi nobiliari e chiese barocche. E chi per la prima volta entra in città non può rimanere che affascinato dall’edificio simbolo, orgoglio dei fossanesi e non solo, l’imponente CASTELLO DEI PRINCIPI DI ACAIA.
Portato a compimento in soli 8 anni (tra il 1324 e il 1332) per volere di Filippo d’Acaia, potente feudatario del ramo cadetto dei Savoia, la costruzione inizialmente era una Fortezza composta da quattro poderose torri a pianta quadrata, un fossato presente su tre lati verso la città e una ‘scarpata’ giardino fortificata verso la pianura.
Estintosi il ramo degli Acaia, nel 1418, con Amedeo VIII il castello si trasformò in una Residenza Signorile. In questo periodo venne realizzata l’Aula Magna o Sala del Trono (con soffitto a cassettoni), l’alloggio del principe, la cappella, le cantine, la quinta torre destinata alle cucine, numerose nuove finestrature e soprattutto il caratteristico cortile interno con porticato a colonne su tre lati, in marmo bianco.
Molti furono i personaggi che risedettero al suo interno, come la famosa duchessa di Milano Bona di Savoia: si racconta che la sua salma, rimasta insepolta per molti giorni, fu trasportata via dal castello di notte, accompagnata da due soli nobili con i ceri accesi e seppellita forse nella Chiesa di San Giovenale. La leggenda narra che l’anima della vedova del crudele Galeazzo Sforza aleggi ancora oggi, nei camminamenti di ronda e nelle stanze più dimenticate delle torri.
Nel corso dei secoli il castello venne utilizzato per diversi scopi, nel seicento come carcere, in cui vennero rinchiusi i Valdesi della Val Pellice perseguitati per motivi religiosi e politici, mentre nell’ottocento fu sede della Scuola Superiore di Veterinaria.
Oggi il Castello dei Principi d’Acaia ospita la splendida, ricca e vitalissima biblioteca, l’archivio storico e ha sale utilizzate in caso di mostre, congressi e attività culturali.

l’anima medievale…

Lasciato il castello non abbiamo che l’imbarazzo della scelta su cosa visitare, le vie che da qui partono ci conducono nel cuore vivo della realtà cittadina, quel cuore medievale che trova nitide testimonianze nella CHIESA DI SAN GIORGIO, la più antica della città, edificata nel XIII secolo nel più antico terziere, il “burgus vetus”. Il fascino di San Giorgio deriva dal fatto che racchiude in sé le tracce di tutte le epoche che Fossano ha attraversato, con la sua facciata tipicamente barocca, la sacrestia e le sue colonne del ‘400, il campanile seicentesco, l’abside con i suoi affreschi di inizio Novecento. Un tuffo nella storia fossanese, dalla romanità ai giorni nostri.
Sempre di epoca medievale è la CHIESA DI SANTA MARIA detta ‘DEL SALICE’ per l’ipotetica presenza di quest’albero.  Costruzione del XIII secolo, in origine possedeva ben 17 altari e conserva al suo interno ancora tracce di antiche testimonianze pittoriche sulle colonne di sostegno della navata centrale. La CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA, oggi sconsacrata, ospita interessanti opere superstiti e soprattutto è divenuta un importante centro utilizzato per le esposizioni di artisti locali emergenti.

…e quella barocca

La CATTEDRALE DI FOSSANO è invece di altro periodo. Consacrata infatti nel 1791, la Chiesa, dall’imponente facciata neoclassica, ha al suo interno opere di importanti artisti come il Claret e il Boetto. Il campanile risale al periodo quattrocentesco, durante il XVII secolo venne aggiunto a quest’ultimo una cuspide ottagonale particolarmente raffinata che ne slanciò l’aspetto.
Sempre di epoca settecentesca è la CHIESA DI SAN FILIPPO al cui interno spicca il barocco nelle sue forme più spettacolari: affreschi illusionistici dei fratelli Pozzo e del  Milocco, tele del Taricco e del Gambera, oltre a preziosi lavori di intarsio e doratura dei cori lignei e dell’organo.
Uno degli edifici più suggestivi del ‘barocco piemontese’ è la CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA’ (Battuti Rossi) consacrata nel 1737 su progetto del monregalese Francesco Gallo con decorazioni interne dei fratelli Pozzo, del figurista Milocco e del quadraturista Dallamano. Oltre a quella dei Battuti Rossi, che si occupavano degli infermi, a Fossano esistevano altre due confraternite, quella dei Battuti Neri, i quali assistevano i carcerati e i condannati a morte e che avevano sede presso la CHIESA DELLA MISERICORDIA e i Battuti Bianchi, che avevano l’allora arduo compito di raccogliere denaro per riscattare i cristiani rimasti prigionieri dei mori e dei turchi. I Battuti Bianchi risiedevano nella CHIESA DEL GONFALONE.

il miracolo di Cussanio

In una delle tante frazioni di Fossano, a Cussanio, racconta la tradizione che nel maggio del 1521 la Vergine Maria apparve al signor Bartolomeo Coppa, uomo di bassa statura, deforme, sordo e muto sin dalla nascita. Miracolosamente guarito, Coppa invitò tutti i suoi compaesani alla penitenza e questi, in occasione di una pestilenza iniziarono a recarsi in pellegrinaggio sul luogo dell’apparizione, dove venne costruita una cappella.
Oggi sorge un Santuario, con al suo interno importanti tele di Claret e Beaumont, luogo di fede e devozione molto forte, e che ogni anno è meta di migliaia di pellegrini.
  
Tra ricchezza e nobiltà

Non solo Chiese, ma anche Palazzi. Palazzi storici, nobiliari, medievali. Palazzi raccolti soprattutto attorno alla ‘Via Maestra’, Via Roma, luogo di mercato, palcoscenico di magie, teatro di rievocazioni storiche. Di notevole pregio e interesse il Palazzo Comunale, Palazzo Santa Giulia, appartenente a una delle dodici famiglie fondatrici di Fossano, i Santa Giulia per l’appunto, Palazzo Crotti di Coazze, Palazzo Bava di San paolo e Palazzo del Comandante.

La Giostra de l’Oca

Ogni penultima domenica di giugno Fossano rivive l’emozione del palio dei Borghi. Si tratta della rivisitazione di eventi storici e di fatti realmente accaduti e documentati, particolarmente significativi per la città e la sua storia.
Al centro della rievocazione, l’esibizione degli sbandieratori, il corteo dei costumanti, la gara degli arcieri e la corsa dei cavalli. I cavalieri si sfidano in una gara di velocità e abilità: al terzo giro del percorso allestito in piazza Castello afferrano una spada sistemata a lato e cercano di colpire un’oca (di polistirolo) posta in un cesto a terra. Il primo a tagliare la testa all’oca è il vincitore. Gli arcieri tirano, invece, contro un bersaglio di oche (sempre in polistirolo) in movimento. I punteggi di arcieri e cavalieri si sommano per l’assegnazione del palio.
La festa prosegue poi lungo la ‘via maestra’ con la ricostruzione di antiche botteghe artigiane e l’assaggio di saporiti piatti preparati seguendo le ricette di un tempo. E la sensazione di compiere un tuffo nel passato è rafforzata anche dalla partecipazione di artisti, di cantastorie e di musici.

Due passi in… periferia!!!

Guai lasciare la città senza alzare in alto lo sguardo. Oltre la Stura, oltre le Chiese, oltre i Palazzi,  oltre la campagna circostante. Ed ammirare in tutta la sua magnificenza, magari passeggiando in Via Mellano, dai fossanesi conosciuta come il “gir dla lingera”, in allusione all’ottocentesca casa di meretricio che si affacciava sulla strada, le splendide Langhe e le Alpi Marittime. E poi continuando a camminare voltare gli occhi dal lato opposto e rimanere incantati dalla maestà del Monviso fino a giungere alle vette della Valle d’Aosta. Un paesaggio, uno scenario sconfinato, uno straordinario e colorato quadro da portarsi a casa per essere osservato nelle grigie giornate, rimembrando di questa storica città, silenziosamente adagiata nella pianura piemontese.


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