INGRIA: UNA GEMMA IN VAL SOANA
Salendo per la Val Soana
piove a dirotto. L’acqua non cessa di venire giù nemmeno quando arriviamo al
primo comune conosciuto: Ingria. Le precipitazioni sono fitte e costanti, ma il
paesaggio ci affascina e quindi decidiamo di scendere dalla macchina per dare
un’ occhiata. Mai scelta fu più azzeccata.
Ingria è uno dei comuni meno
popolosi d’Italia con i suoi 46 abitanti. La popolazione ha abbandonato questo
piccolo paesino durante il ventesimo secolo. All’inizio del novecento infatti
Ingria poteva contare su quasi 2000 abitanti. Un dato che non trova paragoni
negli oltre ottomila centri del nostro paese. Come in tutti i paesini di
montagna, la gente ha deciso, ma forse più che deciso sarebbe meglio dire
dovuto, emigrare verso Torino o comunque verso i comuni più a valle.
Ma Ingria non può e non deve
essere messa a confronto con gli altri paesini montanari. No, perché Ingria è
ancora vitale, molto lontana dal voler arrendersi ad una realtà ordinata
dall’urbanizzazione. Le 46 anime che popolano questo posto sono ancora attive,
e paiono essersi strette una a fianco dell’altra vicino alla piazza principale
dove c’è la sede del municipio e la Chiesa di San Giacomo, costruita nel
seicento e diventata parrocchia nel 1708.
Attorno a questo piazzale
tutto è fiorito. Alcuni fiori sono protetti anche ironicamente da ombrelli con
la scritta “Ingria c’è”, giusto a voler riassumere perfettamente lo spirito di
questa comunità. Nonostante le nemmeno 50 unità è presente una Pro Loco, ma
anche i bambini non sono abbandonati a loro stessi grazie alla presenza di un
piccolo parco giochi. Il monumento ai caduti funge da ponte tra il passato e
uno sguardo che volge al futuro. Si vedono molti monumenti di questo tipo in
giro per il nostro paese, ma in pochi come questo riescono a rendere giustizia
alla memoria dei martiri della libertà.
Ingria fu feudo dei conti di
Valperga, come riportato dai primi documenti storici risalenti al XI secolo,
prendendo parte alla rivolta dei turchini. Gli ingriesi, così vengono chiamati
i nativi del luogo, resistettero eroicamente agli assalti dei soldati del duca
di Savoia per quattro anni prima di venire sconfitti nel 1435.
Tra le altre cose la
municipalità è stata premiata dall’ASPROFLOR come “Comune Fiorito”
aggiudicandosi tre fiori su un totale di quattro. Anche se ammirando il
paesaggio di Ingria c’è da chiedersi cosa si aspetti a proporre la massima
votazione arrivando così al pari di altri comuni quali Avigliana, Claviere,
Usseux e Villar Pellice.
Le escursioni sono un punto
di attrattiva molto valido, dal centro e dalle frazioni del comune si possono
raggiungere vette come il Monte Loit o il Mombianco, ma molte altre sono citate
nel sito del municipio. Senza dimenticare eventi consolidati negli anni come
l’Ingria Woodstock Festival, per festeggiare in giugno gli anni del rock
psichedelico o la Sagra della polenta in settembre.
Ingria ha mille risorse ed è
un luogo consigliabile per chiunque, senza distinzione di età. Quindi:
escursionisti desiderosi di esplorare cime nuove, famiglie che volete portare i
vostri figli a respirare l’aria di montagna, appassionati di rock’n’roll e di
sane abbuffate, ma anche scrittori in cerca della giusta ispirazione ascoltate
le nostre parole, recatevi in questo piccolo scorcio della Val Soana e non ne
rimarrete delusi perché Ingria c’è.
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