CARIGNANO, LA NEBBIA DELL'ANTICHITA'
“Cosa c’è nella nebbia in Val
Padana? Ci son cose che dirle non ci credi. Non ci credi nemmeno se le vedi, a
parte il fatto che non le vedi”. E’ la canzone di Cochi e Renato che ti salta
in mente quando ti trovi ad affrontare quei tratti di strada a sud di Torino
che da Moncalieri vanno per La Loggia, Piobesi ed altri comuni. Poi ad un
tratto la nebbia si dirada e spunta improvviso e gentile un paese racchiuso dal
sole: Carignano.
Nel nostro capoluogo di regione un
luogo fondamentale e molto amato è Palazzo Carignano, che fu sede della prima
Camera dei Deputati del Regno d’Italia. Sito nell’omonima piazza che ospita
ristoranti e gelati storici oltre al Teatro Carignano, gioiello e monumento
della cultura sabauda. Ma tutti questi posti, da dove prendono il nome se non
da un ramo di Casa Savoia?
Carignano è un comune che non supera
le 10mila anime. E’ un luogo antichissimo, i primi ritrovamenti raccontano di
un territorio attivo già nell’Età del Bronzo. Poi il paese ha seguito tutta la
storia italiana, dal periodo etrusco al quello romano, per passare dell’epoca
longobarda e a quella carolingia. Sono state rinvenute delle vere e proprie
necropoli utilizzate sia dai Romani che dai Longobardi in seguito. Carignano,
che ha avuto un così importante ruolo anche nel Risorgimento, ha visto un
ridimensionamento nella prima metà del Novecento, dovuto ai problemi economici
attraversati dal Lanificio Bona. Per questo il fenomeno dell’urbanizzazione si
è sentito meno, ma forse, tutto sommato, è meglio così.
Sulla famiglia Bona ci sarebbe da
raccontare una lunga serie di cose: la ditta venne fondata da Valerio Massimo
Bona, che alla sua morte passò il comando ai figli. Malgrado ciò che si può
pensare, i discendenti fecero un buon lavoro, anche se interessati ad altre
cose: Lorenzo fu calciatore alla Juventus, mentre la velocità era la passione
di Gaspare che in varie occasioni duello con un certo Tazio Nuvolari. La nota
familiare e sportiva la si può chiudere dicendo che lo stesso Carignano
Football Club militò negli anni Venti nella Prima Categoria (l’odierna Serie
A). Il lanificio ebbe grosse magagne con le tassazioni all’Italia del 1935.
Importanti monumenti cittadini sono
la chiesa di Misericordia che si affaccia su una piazzetta dove è presente una
costruzione alla memoria dei caduti, il Santuario del Vallinotto e la chiesa di
Santa Maria delle Grazie. Ma il posto più caratteristico è sicuramente il duomo
dedicato a San Giovanni Battista e a San Remigio (patrono del comune). Fu
commissionato a Benedetto Alfieri a metà Settecento e presenta caratteristiche
particolari come la forma convessa e la visuale di tutti gli altari
dall’ingresso. Il Duomo di Carignano è dunque come dipinto di Andy Warhol, una
poesia di Vladimir Majakosvskij, un film di Luis Bunuel: è avanguardia. Inoltre
proprio la sua forma convessa fa immaginare che possa essere compimento di un
puzzle con Palazzo Carignano, in una sorta di “Pangea dei palazzi”.
Non si può non citare il carnevale,
forse il più bello di tutto il Piemonte. E quindi tra antichità ed avanguardia,
tra la nebbia si staglia un luogo che ha conosciuto metamorfosi e cambiamenti
nel corso dei secoli. La gente locale si è lasciata alle spalle millenni di
storia, pronta a riscriverne una nuova. Guccini cantava: “Sono ancora aperte
come un tempo le osterie di fuori porta, ma la gente che ci andava a bere fuori
e dentro e tutta morta”. Ma quale morta? All’ osteria del Fuoriporta di
Carignano la gente è viva e vegeta e pronta a portare questa vitalità anche al
prossimo, per un paese sorprendente ed ancora con molti misteri che lo rendono
impossibile da non visitare.