QUELLA
SPOLVERATA DI BIANCO SUL BATTISTERO DI BIELLA
dove
Non esiste
parcheggio gratis. Ormai le zone blu nascono come funghi, una volta solo in
città, oggi ormai un po’ dappertutto, come se fosse diventata una giusta
consuetudine quella di far pagare la sosta nelle principali piazze italiane.
Una moda, una cattiva moda arrivata in ogni angolo, anche della nostra Regione.Ma
è anche da una sosta in un parcheggio blu che possono dipartire le nostre
avventure. Questa storia inizia proprio in uno di questi parcheggi, in una
fredda sera di dicembre, quando la fioca neve scendeva lenta sullamia testa e
Biella era un punto inconfondibile, illuminata a festa.Quelle feste che uno non
vorrebbe mai finissero perché stare a casa al caldo è bello, stare con amici e
parenti, talvolta salutare e la vita lavorativa è lontana alcune settimane. Ed
è proprio in uno di questi giorni, avvolto da un’atmosfera irreale e
magicamente festosa che sono arrivato in questa piccola cittadina piemontese a
me sconosciuta. Una passeggiata per le vie del centro, commerciali e storiche,
un caffè caldo in un bar ed infine un ritorno verso la mia auto, parcheggiata
ovviamente sulle strisce blu.
descrizione e storia
La retta via
mi porta però ad una piazza, grande. Continua a nevicare. Alzo lo sguardo. Un
monumento storico ben illuminato attira la mia attenzione. E’ ancora troppo
lontano, mi avvicino. E’ un battistero, uno splendido battistero, una perla in
questa bella piazza. Incastonato tra il Duomo e Palazzo Oropa, sede del comune.
Simbolo e
monumento più famoso di Biella, il Battistero è dedicato a San Giovanni
Battista. Di epocapre-romana e costruito su un già preesistente sepolcreto
pagano nel IX secolo. Ma non mi basta. E’ aperto ed entro. Alcuni affreschi
sulle pareti mi incuriosiscono, si tratta di affreschi risalenti al XIV secolo
e attribuiti al Maestro di Oropa, anonimo pittore vissuto in queste zone, tra
il canavese e il biellese, proprio nel ‘300. Oltre agli affreschi non molto
altro, ma quella semplicità e quel silenzio mi fanno stare bene.
perché andarci
L’edificio è
stato costruito con ciottoli a spina di pesce, come il vicino Ricetto di Candelo,
che poche ore prima ho avuto modo di visitare e con laterizi romani. Forse
troppo poco conosciute sono queste zone del Biellese. In un giorno ho scoperto
una dopo l’altra Candelo, Biella, Oropa, Graglia, nomi che fino a poche ore
prima non erano sul mio taccuino di viaggiatore, ma che da allora in poi lo sono
state. Un itinerario non studiato, ma vissuto, trovato ed amato.
curiosità
Inoltre, sotto
il livello del pavimento della piazza è dislocata una cripta, a croce greca.
Solo alla fine del ‘700 è stata scavata, destinata a sepolcro per i vescovi
della cittadina. Nello stesso anno in cui venne scavata la cripta, 1791, fu
portata alla luce una lapide romana con il nome di Sesto Melio della tribù
Pollia.
Rimango
ancora qualche minuto, solo, in silenzio ad ammirare un’altra piccola storia da
raccontare. Quando esco nevica decisamente di più. E’ ora di rientrare a casa,
contento ancor una volta della mia piccola scoperta da
vagabondo, ma con un ticket del parcheggio che sta per scadere e questa volta
mi devo proprio affrettare…