I MIRACOLI DI MONDONIO
Quanto dista Castelnuovo Don Bosco, in
provincia di Asti, dalla stupenda città salentina di Lecce? Sicuramente più di
mille chilometri. Eppure questi due luoghi così diversi e distanti hanno
qualcosa in comune, o meglio un Santo in comune. Si tratta di Domenico Savio,
nato a San Giovanni di Riva presso Chieri il 2 aprile 1842, ma vissuto e morto
a Mondonio di Castelnuovo Don Bosco il 9 marzo 1857 e a cui è stata dedicata
una sola Basilica, che si trova proprio nella città pugliese!
Forse non tutti conoscono la vita di
Domenico Savio e non molti percorrendo la strada che da Riva presso Chieri
porta nell’astigiano si sono fermati anche solo per qualche ora a passeggiare
in quell’incantevole paesino che oggi è conosciuto appunto come Mondonio San
Domenico Savio, frazione di poco più di 100 abitanti di Castelnuovo Don Bosco.
Domenico Savio e Don Bosco, due persone
i cui nomi sono fortemente legati alla Chiesa Cattolica, maestro e allievo.
Secondo di dieci figli, Domenico incontrò il fondatore dei Salesiani, Giovanni
Bosco appunto, a Morialdo il 2 ottobre nel 1854, mostrando da subito
l’intenzione di prendere i voti sacerdotali, anche se ben sapeva di non avere
le possibilità di studiare!Ma Giovanni Bosco lo accontentò prendendolo come
allievo presso l’oratorio di San Francesco di Sales, nel capoluogo piemontese.
Pur distinguendosi per l’assiduità ai
sacramenti della penitenza e dell’Eucarestia e per la profonda devozione
all’Immacolata, purtroppo Domenico ebbe una vita brevissima, morì infatti non
ancora quindicenne di colera. Ma prima di morire il giovane ragazzo lasciò in
eredità un biglietto al suomaestro in cui gli chiedeva ‘Mi aiuti a farmi
Santo?’. E fu proprio Don Bosco ad esaltarne la figura e le virtù, tant’è che
il 5 marzo 1950 venne proclamato beato e successivamente Santo 4 anni dopo, il
12 giugno del 1954.
Ma come si sa, la Chiesa Cattolica, per
proclamare Santa una persona necessita di un miracolo. E in questo caso
dobbiamo fare un balzo in avanti nel tempo, dal 1857, anno della morte del
santo al 1936 e precisamente il primo marzo, giorno in cui la ragazzina
sedicenne Maria Consuelo, nella capitale catalana, Barcellona giocando a palla
cadde rompendosi il braccio. Dopo aver consultato diversi dottori e
specialisti, senza essere arrivata ad una soluzione per le sue fratture, disse
di aver sognato il Cardinale Giovanni Cagliero che la invitava esplicitamente a
pregare e recitare una novena a Domenico Savio. Il giorno successivo,
nonostante il suo scetticismo, ma dolorante, iniziò la novena. Alle 4 di notte
del venerdì tanto atteso il braccio miracolosamente guarì. Un altro miracolo è
poi attribuito a Domenico Savio, un’altra guarigione, quella di Albano
Sabatino, un bambino di 7 anni, campano malato di setticemia.
Oggi passeggiare per il paese del Santo significa
fare un passo indietro nel tempo e riscoprire la casa in cui Domenico ha
vissuto, la scuola che ha frequentato, ma soprattutto girovagare per piccole
stradine calpestate quasi due secoli fa da un piccolo bambino che grazieallasua
tenacia e la sua immensa Fede ancor oggi ricordiamo e
preghiamo.
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