PER CASO, SULLA VIA
PER ALBA!
Mi attendono ad Alba per un concerto.
Due amici. La serata è culturalmente interessante, è tanto che la aspetto, come
tante altre serate. Serate che quando si avvicinano non vedi l’ora di prenderle
e viverle. La luce del sole è ancora alta e di tempo ne ho un pochettino, da
dedicare a me stesso. Alba la conosco, il suo centro storico, la Cattedrale e
quella voglia incredibile di un aperitivo in uno dei tanti locali che si
affacciano sulle stradine acciottolate.
Ma è presto epoi poco tempo è passato da
quando mi sono inerpicato per strani itinerari che mi hanno fatto conoscere le
vie battute da Fenoglio. Così decido di fermarmi prima della mia meta, convinto
che qualsiasi luogo non possa catturare la mia attenzione per più di un’oretta
al massimo. E come sempre mi sbaglio.
Perché?
Perché anche questa volta non ho fatto i
conti con un altro luogo che aspettava anche questa
volta di essere da me
scoperto e forse a voi raccontato. Così, per caso, sulla via per Alba mi sono
imbattuto nell’antico borgo di Pollenzo, frazione e distante pochi chilometri
da Bra! Nessuno per strada, l’aria è frizzante e dopo una breve passeggiata
raggiungo il centro, o meglio una maestosa ed incredibile piazza su cui si
affaccia arte e soprattutto storia.
Pollentiaviene costruita nel II secolo a.C. Una
storia millenaria dunque. Ma è il 402 d.C. l’anno che la porta alla ribalta
della cronaca. Una battaglia, quella di Pollenzo appunto, in cui i Visigoti,
comandati da Alarico,vennero sconfitti dai romani.Furono costretti a fuggire e
ritirarsi in Iliria, nella penisola balcanica. Poi anche per la cittadina
piemontese scorrono secoli tranquilli, nel medioevo diventa importante centro
benedettino e nel ‘300 sede di contea del Visconte Antonio Porro.
Sono questi i secoli in cui la rocca, di
cui resta solo la torre cilindrica, diviene residenza dei marchesi di Romagnano
che porteranno al rinnovamento e alla completa rivisitazione del castello.Sarà
poi Carlo Alberto in persona, tre secoli più tardi a modificare completamente
gli interni della fortezza, affidando i lavori a PelagioPelagi e provvedendo
alla distruzione del bel borgo medievale e alla costruzione della piazza con la
fontana, l’imponente chiesa di San Vittore, la cascina ‘Albertina’e l’Agenzia.
Questa è Pollenzo e brevemente la sua
storia. Se oggi ci andate, la trovate così, come l’ho descritta, regale e
ottocentesca, ma con quel sapore di medioevo che si respira ancora nell’aria
attorno.
Dopo aver camminato attorno alla Piazza,
visitato San Vittore, scattato decine di foto alle statue che possenti si
stagliano sopra la Chiesa sulla pianura circostante e sembrano volerti seguire
con lo sguardo, non mi resta che ammirare ciò che rimane del castello e
dell’antico nucleo romano. A tal proposito, ingenti lavori di scavo sono stati
fatti a partire dagli anni ’50 che hanno portato alla luce reperti, mura di
quell’antica civiltà di cui un po’ tutti siamo figli e nipoti.
Poi non mi resta che addentrami nel
parco, dove quel complesso, già denominato ‘Agenzia’ in epoca albertina, oggi è
stato completamente ristrutturato e a partire dal 2004 ospita, da un’idea
promossa da Slow food, l’Università degli studi di Scienze Gastronomiche, primo
ateneo dedicato alla cultura del cibo, la Banca del Vino, in cui oltre 300
produttori hanno depositato i loro migliori vini, un ristorante e l’albergo
omonimo a 4 stelle, in cui ogni camera ha il nome di un ‘cru’ di Barbaresco,
Roero e Barolo!
Riprendo la mia strada, Alba mi attende,
ma come sempre riparto con un piccolo bagaglio di storia, arte, cultura, e
questa volta anche enogastronomico, in più!
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