mercoledì 3 febbraio 2016

Tra sacro e profano, Marentino e i suoi rebus



TRA SACRO E PROFANO, MARENTINO E I SUOI REBUS


Il comune di Marentino per me prima non era nient’altro che il luogo dove i dirigenti della Fiat venivano istruiti, dove c’era una scuola voluta dall’Avvocato Agnelli per formare i vertici dell’azienda che lui considerava troppo provinciali per introdurli al mercato internazionale. Questo era per me Marentino, niente di più, niente di meno. Ed invece si tratta di un paese molto più coinvolgente, enigmatico ed articolato, tanto che la denominazione che più calza è quella di comune dei rebus…

Chiesa di Maria Assunta in cielo
Per arrivarci si può passare da Chieri, salire verso Andezeno e svoltare a sinistra per Marentino. Da lì si prosegue poi per Sciolze fino a scendere quel tratto collinare fino a Gassino Torinese. Il comune così come oggi è si è formato in epoca fascista, quando i tre antichi borghi di Marentino, Avuglione e Vernone furono accorpati ed il primo venne scelto come “capoluogo”.  Così come qualche anno più tardi, nel 1986, anche le parrocchie si sono unite sotto la Chiesa parrocchiale di Maria Assunta in cielo di Marentino, dentro alla quale si può ammirare la pala d’altare, che è una copia dell’Assunta di Guido Reni.

Ma è un’altra chiesa a suscitare ancora più curiosità, quella sconsacrata dedicata a San Carlo e sita nella piazzetta nel cuore del comune. La chiesa in questione è infatti stata adibita a municipio, un fatto non usuale che rende questa cittadina ancora più interessante sotto il punto di vista sociale e storico.

La chiesa sconsacrata divenuta municipio
Il tipico prodotto di questa terra è il miele, tanto che il comune è stato inserito nel circuito delle cosiddette “Città del miele”, nel quale sono presenti altri due paesi della provincia di Torino, vale a dire Bruzolo e Locana, mentre estendendo al territorio piemontese, questa onorificenza è stata assegnata anche a Briona e Ghemme nel novarese e a Casteldelfino, Monteu Roero, Montezemolo e Niella Tanaro nel cuneese. Ma Marentino ha saputo anche cavalcare l’onda delle birre artigianali, offrendo più di un birrificio di ottima produzione.

La scritta per l'artista
A partire dal nuovo millennio Marentino si è dipinta il volto di un motivo nuovo: è stato chiamato un’artista siciliano per dipingere vari muri delle abitazione di rebus da decifrare. Qui di seguito vi riportiamo una scritta presente in una via stretta che meglio descrive l’arrivo di questo personaggio: ‘Giuseppe Massimino vive e lavora a Mascalcia (CT). Artista d’estrazione naturalistica, grazie ai suoi continui e ininterrotti studi, è riconosciuto come fine e esperto conoscitore delle tecniche pittoriche del passato: tale maestria e esperienza appaiono evidenti nelle sua diverse opere “citazioniste”, alle quali si è dedicato con passione negli ultimi anni, conseguendo vasto consenso di pubblico e numerosi riconoscimenti di critica’. Salta all’occhio l’errore, o più probabilmente, il lapsus freudiano con cui si indica il paese di origine dell’artista quale Mascalcia, anziché Mascalucia (comune di 35mila abitanti con bella vista sull’Etna), mentre per mascalcia si intende l’arte che esercita il maniscalco nella ferratura degli equini. Un modo forse per elevare l’opera del Massimino ad artigianato vero e pensato, quale in effetti è.

Lapsus o abbaglio comunque poco importa, ciò che deve risaltare è invece la bellezza del paesaggio, del caratteristico paesino collinare immerso nei rebus, che tra un abbuffata di miele ed un assaggio di birra artigianale ci si può divertire a risolvere.


Ah, visto che siamo in tema, qua sotto vi proponiamo proprio qualche rebus presente nel comune, solo alcuni però, non tutti, per gli altri l’invito è quello di fare una bella gita a Marentino, non ve ne pentirete.


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