TRA SACRO E PROFANO, MARENTINO E I SUOI REBUS
Il comune di Marentino per me prima
non era nient’altro che il luogo dove i dirigenti della Fiat venivano istruiti,
dove c’era una scuola voluta dall’Avvocato Agnelli per formare i vertici dell’azienda
che lui considerava troppo provinciali per introdurli al mercato
internazionale. Questo era per me Marentino, niente di più, niente di meno. Ed
invece si tratta di un paese molto più coinvolgente, enigmatico ed articolato,
tanto che la denominazione che più calza è quella di comune dei rebus…
Chiesa di Maria Assunta in cielo |
Per arrivarci si può passare da
Chieri, salire verso Andezeno e svoltare a sinistra per Marentino. Da lì si
prosegue poi per Sciolze fino a scendere quel tratto collinare fino a Gassino
Torinese. Il comune così come oggi è si è formato in epoca fascista, quando i
tre antichi borghi di Marentino, Avuglione e Vernone furono accorpati ed il
primo venne scelto come “capoluogo”. Così
come qualche anno più tardi, nel 1986, anche le parrocchie si sono unite sotto
la Chiesa parrocchiale di Maria Assunta in cielo di Marentino, dentro alla
quale si può ammirare la pala d’altare, che è una copia dell’Assunta di Guido
Reni.
Ma è un’altra chiesa a suscitare
ancora più curiosità, quella sconsacrata dedicata a San Carlo e sita nella
piazzetta nel cuore del comune. La chiesa in questione è infatti stata adibita
a municipio, un fatto non usuale che rende questa cittadina ancora più
interessante sotto il punto di vista sociale e storico.
La chiesa sconsacrata divenuta municipio |
Il tipico prodotto di questa terra è
il miele, tanto che il comune è stato inserito nel circuito delle cosiddette “Città
del miele”, nel quale sono presenti altri due paesi della provincia di Torino,
vale a dire Bruzolo e Locana, mentre estendendo al territorio piemontese,
questa onorificenza è stata assegnata anche a Briona e Ghemme nel novarese e a Casteldelfino,
Monteu Roero, Montezemolo e Niella Tanaro nel cuneese. Ma Marentino ha saputo
anche cavalcare l’onda delle birre artigianali, offrendo più di un birrificio
di ottima produzione.
La scritta per l'artista |
A partire dal nuovo millennio
Marentino si è dipinta il volto di un motivo nuovo: è stato chiamato un’artista
siciliano per dipingere vari muri delle abitazione di rebus da decifrare. Qui
di seguito vi riportiamo una scritta presente in una via stretta che meglio
descrive l’arrivo di questo personaggio: ‘Giuseppe Massimino vive e lavora a
Mascalcia (CT). Artista d’estrazione naturalistica, grazie ai suoi continui e
ininterrotti studi, è riconosciuto come fine e esperto conoscitore delle
tecniche pittoriche del passato: tale maestria e esperienza appaiono evidenti
nelle sua diverse opere “citazioniste”, alle quali si è dedicato con passione
negli ultimi anni, conseguendo vasto consenso di pubblico e numerosi
riconoscimenti di critica’. Salta all’occhio l’errore, o più probabilmente, il
lapsus freudiano con cui si indica il paese di origine dell’artista quale
Mascalcia, anziché Mascalucia (comune di 35mila abitanti con bella vista sull’Etna),
mentre per mascalcia si intende l’arte che esercita il maniscalco nella
ferratura degli equini. Un modo forse per elevare l’opera del Massimino ad
artigianato vero e pensato, quale in effetti è.
Lapsus o abbaglio comunque poco
importa, ciò che deve risaltare è invece la bellezza del paesaggio, del
caratteristico paesino collinare immerso nei rebus, che tra un abbuffata di
miele ed un assaggio di birra artigianale ci si può divertire a risolvere.
Ah, visto che siamo in tema, qua
sotto vi proponiamo proprio qualche rebus presente nel comune, solo alcuni
però, non tutti, per gli altri l’invito è quello di fare una bella gita a
Marentino, non ve ne pentirete.
Nessun commento:
Posta un commento