UN
COMUNE PER TRE TESORI – parte 2
SCANDELLUZZA
& COLCAVAGNO
Nulla è
meglio di un’abbondante colazione prima di cominciare la giornata, soprattutto
se si tratta di una colazione astigiana in un ottimo B&B immerso tra le
colline. Il tempo è perfetto, splendido, prima di partire controllo che tutto
sia in ordine. Ci siamo, ridiscendo con il mio passo lento in località Stazione
per poi prendere la provinciale 86 e dirigermi verso il mio primo obiettivo
giornaliero: Colcavagno. La prima cosa che mi colpisce del paese è che sembra
quasi che questo piccolo borgo si nasconda tra gli alberi, vergognandosi di farsi
scoprire. Ma la bellezza e la solitudine della strada che mi conducono verso il
centro sono qualcosa di magico e da vivere appieno.
Giungo così
dopo una lunga camminata alla piazza del Municipio e quindi ad un incrocio.
Decido di prendere verso sinistra ed arrivo a ridosso del castello di Colcavagno, un’imponente struttura a quattro piani del
diciottesimo secolo la cui apertura avviene solo stagionalmente e solitamente
dal mese di giugno, ma difficilmente in settimana. Peccato. Nonostante ciò
scatto qualche foto, prima di dirigermi verso la chiesa parrocchiale Santi Maria e Vittore. Sono fortunato,
è aperta! Entro all’interno, il contrasto tra la luce del giorno e l’oscurità
dell’interno per un attimo non mi permettono di godere della semplicità e del
silenzio che avvolgono quel luogo.
Quando esco
percorro la strada che costeggia l’edificio religioso e vengo attratto
dall’abside che in tutta la sua bellezza volge verso la valle Versa. Subito
dopo mi incuriosisce una struttura con una piccola torre bianca. Chiedo ad un
passante che mi dice trattarsi di un edificio del settecento che attualmente
ospita la canonica.
Il mio breve
ma intenso viaggio non è ancora finito, perché proprio su indicazione di quel
passante, mi reco nel cimitero, dove con mia sorpresa, in quest’altro luogo
avvolto dall’assoluta assenza di vociare e rumori, sorge una piccola chiesa romanica del millecento.
Qualche
minuto di riposo meritato, soprattutto per l’ora calda che si fa sentire e la
necessità di acqua per poter continuare. Quando riprendo sono da poco passate
le undici del mattino. Mi rilasso, godendomi quel panorama fatto di gialli
campi intorno a me. I minuti passano, ma mai come ora mi rendo conto di quanto
la lentezza del viaggiare e soprattutto dell’assaporare le cose possano
rivelarsi così salutari ed energetici.
Scandelluzza
è un altro piccolo ma incantevole borgo arroccato su di una collina. Da qua
posso ammirare sul poggio di fronte a me Murisengo, altro paesino, ma già
nell’alessandrino. Sono esattamente al confine tra le due province piemontesi.
Oltrepasso un arco ed entro nel centro storico del paese ammirando prima la chiesa di San Rocco, poi il palazzo del
conte Serramandio ed infine salendo
sino in cima al paese la Parrocchia di
santa Maria del Rosario, al cui interno è conservata una tela del Moncalvo.
Anche qua oltre a fare qualche foto, in particolare alla statua di Santa Maria
incastrata in una nicchia al centro della facciata, spazio nel paesaggio
attorno, contemplando a 360° quel meraviglioso luogo.
Ma non posso
lasciare Scandelluzza prima di aver visitato ciò che mi ero prefissato, ovvero
la chiesa romanica di San Sebastiano e
Fabiano e il piccolo borgo di Rinco.
Entrambi si trovano al di fuori del paesino.
La chiesa,
sulla strada che conduce a località Bricco e poi scende a Murisengo, si trova
in prossimità di un cimitero poco fuori dell’abitato ed è una perla tra le
colline. Perfettamente conservata possiede all’interno affreschi del 1440: Cristo incorniciato in una mandorla ed attorniato
da figure di santi e simboli degli Apostoli.
Non mi resta
che dirigermi verso Rinco e qua rimango estasiato dalla bellezza e dalla cura
che ha ogni particolare di questo piccolissimo borgo. Incredibile come ogni
angolo sia un piccolo tesoro, mai avrei detto dell’esistenza di questa gemma
incastonata nell’astigiano.
Ormai è
tardi e la strada per tornare a casa (mi aiuterò con bus e treni ovviamente!!!)
è ancora molta, ma lascio questi paesini consapevole di averli potuti vivere
anche se brevemente ma con la giusta attenzione e la necessaria consapevolezza
della storia che ha avvolto queste terre in tanti secoli di vita. Ringrazio
ancora una volta la mia curiosità che ha prevalso sulla mia anima pigra, senza
di essa i miei stanchi occhi ora non avrebbero potuto ammirare certe
meraviglie.
Nessun commento:
Posta un commento