GRATIARUM
CARTHUSIA
La
storia della Certosa di Pavia
dove
Non distante dai confini del nostro
Piemonte, in quella magnifica terra che prende il nome di oltrepo pavese, sorge
la città di Pavia. E a soli 8 chilometri a nord da questa interessante
cittadina della pianura padana si trova uno dei più incredibili monumenti del
periodo tardo-gotico italiano, la Certosa di Pavia.
descrizione
Una storia lunga oltre seicento
anni! Questo è il biglietto da visita per chi si accinge a visitare la costruzione
che nella seconda metà dell’ottocento è divenuta Monumento Nazionale. La
meravigliosa facciata bianca, unica nel suo genere, attrae immediatamente il
turista che incuriosito si spinge tra gli interni della chiesa e nell’intatto
chiostro attorniato dalle case dei fraticelli che qui hanno vissuto e vivono da
secoli.
La storia
27 agosto del 1396. In questa
precisa data è iniziata la costruzione della Certosa di Pavia da parte del Duca
di Milano Gian Galeazzo Visconti, a seguito di un voto fatto dalla moglie
Caterina, che avendo perduto la primogenita, aveva promesso che in caso di
nascita di un figlio maschio avrebbe fatto costruire una certosa presso Pavia.
Nacque un bambino, che poi morì, ma la duchessa mantenne ugualmente la promessa
fatta.
I lavori si
protrarono per decine di anni, i monaci certosini che all’inizio vi abitarono
furono dodici, in totale clausura. A seguito della costruzione del chiostro più
grande, passarono ad essere 24. Certosini che furono cacciati nel 1782 dall’Imperatore
Giuseppe II. Nel 1798 il monastero passò ai carmelitani fino al 1810, anno in
cui, in seguito ai soprusi subiti dalle truppe napoleoniche l’edificio fu
chiuso fino al 1843. Successivamente la gestione fu affidata prima nuovamente
ai certosini, poi ai carmelitani, mentre oggi l’intero complesso è gestito dai
monaci cistercensi del Priorato della Beata Maria Vergine della Certosa
Ticinese.
perché andarci?
Per la bellezza del luogo, il
silenzio in cui ci si imbatte e la preparazione di chi vi conduce nella storia
e nella vita monacale. E poi perché oltre alla Chiesa c’è un mondo da scoprire
all’interno della grande struttura, primo fra tutti il Chiostro grande,
circondato da ben 24 celle (case), di cui alcune aperte al pubblico che ci
permettono di capire come avveniva la vita al loro interno. Ogni casetta è
formata da 3 camere ed un giardino e
disposta su due piani… un po’ come le nostre bifamiliari (…ma an po’ pi
umide!). Affianco ad ogni ingresso delle celle, contrassegnate tutte da una
lettera dell’alfabeto, è presente una minuscola apertura in cui il monaco
riceveva il pasto quotidiano nei giorni feriali in cui era prescritta la
solitudine.
Durante il
periodo fascista la Certosa di Pavia fu oggetto di visita del duce in persona,
che si recò in tale località nell’ottobre del 1932. Addirittura le cronache
sottolineano come il cadavere di Mussolini, avvolto in sacchi di tela, fu
ritrovato un anno dopo la sua fucilazione in questo luogo. Questo scandalo fu
una della cause dell’allontanamento dei certosini da qua e della conseguente
chiusura della Certosa sino al 1949.
Per
informazioni www.certosadipavia.com
Nessun commento:
Posta un commento