giovedì 30 luglio 2015

Ad un passo dalle meraviglie



AD UN PASSO DALLE MERAVIGLIE


‘Ma quanto è bello quel posto là?’. L’ultima curva riserva un panorama inaspettato. Un presepe primaverile, un borgo storico che si affaccia a strapiombo sulla strada che conduce al mare.
Non è l’inizio di un romanzo o forse potrebbe anche esserlo, ma non è questo il fine. Il nostro fine è quello di invogliare le persone ad alzarsi da quel divano troppe volte preso come pretesto per non uscire e condurle verso mondi lontani che si trovano a pochi passi. In questo caso non è proprio così. Abbiamo sconfinato, non solo di regione, ma anche di Stato. Ma non potevamo perdere l’occasione di raccontarvi di tanta meraviglia. E’ stato un caso, come sempre. La via del mare questa volta ci ha portato ad affrontare il Tenda. Quel colle che separa la regione Piemonte da quella della Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Una zona che non da molto fa parte della Francia.Fino al 1861 il comune di Tenda apparteneva alla Contea di Nizza Sabauda e poi fino al 1947 alla provincia di Cuneo. Uno dei tanti splendidi luoghi che non fanno più parte della nostra terra, anche se l’aria che si respira, le radici rimangono vive in un passato non così lontano.Quel passato sabaudo, piemontese che ci porta fin quassù, ai confini di questa magia.

Tende è un paesino incredibile, solare, acceso, incastonato in questa valle che non solo è meravigliosa, ma è piena di storia e nella storia ha visto ogni giorno crearsi un mondo di passaggio che purtroppo non si arresta. Non si arresta perché deve viaggiare verso altri lidi o verso un accogliente caldo ritorno a casa. Ma non deve essere così. Le soste sono rigeneranti e se le soste coincidono con un respiro profondo di aria pulita euna camminata nel bel mezzo di un presepe primaverile, precedentemente lodato, allora non resta che accettare questa decisione come l’unica che possa esistere.
Qualche minuto in uno dei tanti locali sulla strada che porta in Italia e poi non resta che affrontarequel silenzioso centro storico. Una meraviglia, come il sito archeologico poco distante che dona il nome all’intera valle, ‘Vallée del Merveilles’, appunto. E da cosa può iniziare la nostra passeggiata se non dal varcare la bella ‘Porta Italia’ che ci permette di accedere all’arroccato paese medievale? E poi Rue de France, civico 79, architrave in pietra verde di Tende, Piazza dell’Antico Tribunale o come viene chiamato in dialetto ‘Piazza del Traou’ (ghigliottina) con la sua fontana, Piazza dei Castellani, Piazza del Mercato Medievale per poi imbattersi nella meravigliosa Colleggiata Nostra Signora dell’Assunzione. E qua due parole in più bisogna spenderle. Il suo portale maestoso in pietra con i dodici apostoli e il Cristo al centro deve essere fotografato più volte, così come il cielo stellato dell’interno, tipico del XIX secolo.

Ma la camminata prosegue sulle vie della fede e della meraviglia: Cappella della Misericordia e dell’Annunciazione (dei Penitenti Neri e Bianchi), il Castello Lascaris da cui possiamo ammirare il paese dall’alto per poi correre verso l’infinita discesa che ci riporta in Avenue AimableGastaud e da qua rimanere per qualche minuto intenti ad innamorarci di questo paese dal basso, prima di ricongiungere Place de la République e Place del la Mairie. Due ore, forse meno. Eppure non abbiamo mai tempo di fermarci, non avendo ancora capito che il tempo meglio vissuto è quello dedicato alla scoperta del mondo, anche quello di passaggio, di confine e perché proprio di passaggio e di confine ancora più bello, sognante… meraviglioso.
Tende vi sorprenderà. Fermatevi. Rallentate, volgete lo sguardo verso i monti, verso quel borgo che da quella curva cattura la nostra attenzione e la nostra voglia di gettare il tempo in qualcosa di utile, spensierato e decisamente e silenziosamente vivo… Buon viaggio… o meglio… Buona sosta nella Valle delle Meraviglie!!!


mercoledì 22 luglio 2015

La favola di Pinocchio



LA FAVOLA DI PINOCCHIO
…da Firenze a Vernante



Firenze 1881. Carlo Lorenzini, conosciuto da tutti come Carlo Collodi scrive il romanzo ‘Le avventure di Pinocchio. Storie di un Burattino’.  Un successo mondiale. Ognuno di noi oggineconosce la storia, ha letto il libro, fumetti, visto cartoni animati e film dedicati a Geppetto, la sua creazione e a tutto il suo fantastico mondo che lo circonda.
Torino 1911. Trent’anni dopo. Attilio Mussino, formatosi all’Accademia Albertina pubblica il suo più celebre lavoro,le Illustrazioni di Pinocchio. Un altro capolavoro, questa volta fatto non di racconto, ma di disegni. La sua edizione della Avventure dedicate a Pinocchio diventa in assoluto la più venduta e ristampata.
Vernante, 1945. Fine della Seconda Guerra Mondiale. Mussino, perduto il figlio durante la guerra decide di lasciare il capoluogo Torino per trasferirsi a Vernante, in provincia di Cuneo, splendido paesino facente parte delle Alpi Marittime. Qua vive gli ultimi anni della sua vita, morirà a Cuneo nel 1954.

Ma la memoria deve restare. Non può scappare. Ed ecco allora che quei colori così vivi nell’opera di Mussino prendono lentamente vita sulle pareti delle case, nei vicoli più nascosti e negli angoli più incredibili di Vernante. Attraversare con passo lento Vernante oggi è un tuffo nella magia, un incredibile caccia al tesoro, il cui tesoro è dato da quei dipinti tanto cari allo ‘zio’ di Pinocchio, così venne soprannominato lo stesso Mussino. Carlet e Meo, questi i nomi dei due illustratori locali che hanno riprodotto sulle case l’opera del disegnatore piemontese, hanno creato un’incredibile favola a cielo aperto, amata non solo dai bambini, ma da adulti ed anziani che ogni anno si fermano a Vernate apposta per ammirare questi murales.
Nei pressi della Chiesa Parrocchiale nel 2005 è stato inaugurato il Museo Attilio Mussino. Grazie alle donazioni fatte dalla sua seconda moglie, questo museo premette al visitatore di ammirare libri, bozzetti, dipinti, tavole e riviste illustrate dal disegnatore ed inoltre si può vedere l’edizione illustrata del 1911 della fiaba di Collodi. A Mussino inoltre Vernante ha dedicato la scuola elementare e i giardini pubblici.

Il paesino Cuneese è meta di centinaia di turisti, ma tanti sono ancora coloro che ignorano questa storia così vicina a noi e questo è un vero peccato, perché i sorrisi degli adulti, le domande dei bambini, lo stupore degli anziani nell’ammirare le decine di murales sono una delle cose più belle che si possono scorgere passeggiando tra le acciottolate vie del centro storico di Vernante. Come sempre non resta che mettersi in movimento, riscoprire questa favola ascoltata da piccini e raccontata da genitori attraverso gli occhi di uno dei più grandi illustratori della prima metà del novecento. Da Firenze a Vernante. Pinocchio di chilometri ne ha fatti tanti, non resta a noi che avventurarci alla riscoperta, con passione, intelligenza e spensieratezza, della sua grande ed infinita storia…


venerdì 10 luglio 2015

Rochemolles e poi ancora più su



ROCHEMOLLES E POI ANCORA PIU’ SU!
E’ quando pensi di aver visto ogni angolo
che scopri che quello accanto a te
non lo hai ammirato poi tanto bene!


Domino sul mondo e sulle Alpi. Su di loro voglio dominare, solo, silenzioso, in un luogo ai confini del tutto. Questo cerco e sono sicuro che un giorno quel luogo quasi per magia comparirà e avrò allora trovato finalmente il mio personalissimo Eden. Navigo instancabile sognatore di porti abbandonati alla deriva.

Alzo il volume della radio, i pensieri senza un vero senso continuano a passarmi in testa. Da poco ho lasciato l’abitato di Bardonecchia e la strada ha cominciato a salire, restringersi e le nuvole si sono improvvisamente avvicinate alla mia anima, anche la natura sembra volermi abbracciare. Qualche buca di troppo, nessunauto in vista, il sole lontano dietro quella montagna.Poi giungo nel piccolo abitato di Rochemolles a 1600 metri di altitudine, sei, sette chilometri al massimo dal centro di Bardonecchia. Inserisco la freccia e mi fermo. Solitario in questo assemblato di abitazioni che paiono volermi dare il benvenuto, lo scorrere dell’acqua di una fontana mi invita ad avvicinarmi. Bevo e mi guardo attorno, cammino, mi perdo tra le piccole strade che passano in mezzo a questo incantevole e inaspettatamente reale paese di montagna. Ciò che cercavo, piccolo paesino, un tempo addirittura comune, mi avvicino alla Chiesa di San Pietro apostolo del XIV secolo, monumento nazionale. Bella. Bellissima. E non conoscevo nulla di tutto questo, scopro e riscopro, curioso e più mi incuriosisco.

Un’anziana signora cammina a pochi metri da me. Ci guardiamo. Le chiedo se la strada principale prosegua ancora o se di lì a poco sarebbe stata interrotta. La strada? Certo che prosegue, verso la diga, diventa più stretta, non asfaltata, ma ben battuta, con un’utilitaria non vi è alcun problema e poi si può andare ancora più su, fino ad arrivare al rifugio Scarfiotti. Ringrazio la donna, arrivo fino in punta al paese e poi torno sui miei passi, ammirando gli antichi balconi delle case montane ricche di storia e di fiori.
Riprendo l’auto e continuo per la mia strada, più ripida, sterrata, ma immersa in un paradiso naturale che ad ogni metro si fa più ricco e bello. Proseguo lentamente fino a scorgere la diga di cui mi si parlava. Sono arrivato a 1970 metri di altezza, davanti a me questo enorme, surreale ed incantevole bacino artificiale che può contenere 4 milioni di metri cubi d’acqua, sorretto da un’enorme diga che crea uno sbarramento in grado di contenere tutto questo volume liquido.
Qualche bici mi passa accanto. Non posso far altro che rallentare e permettere ancora una volta ai miei occhi di incontrare con stupore questo meraviglioso scenario alpino.


Proseguo la mia lenta e ondeggiante corsa verso la meta. Arrivo ad un grande spiazzo dominato da incredibili montagne, un piccolo laghetto e qualche alpeggio sparso qua e là. Sono arrivato al rifugio. 2.165 metri, segnala un’indicazione. Respiro. Respiro. Respiro. Vedo scendere dal Colle del Sommelier alcune jeep e soprattutto qualche moto da cross. La mia corsa finisce lì ad ammirare il paesaggio e la natura che ancora una volta regnano incontrastati sul tutto e sembrano a loro agio, come lo sono io, immerso in quel contesto. Ammirato. Cosa voglio di più? In quel silenzio assoluto, seduto su una panca sul terrazzo del rifugio attendo impaziente dell’ottima polenta e un sano bicchiere di vino rosso, mentre continuo ad ascoltare il silenzio e in quel silenzio gli alberi muoversi, l’acqua scorrere, il vento gelido soffiare. Che abbia trovato il mio personale Eden?

giovedì 2 luglio 2015

Il Lago Reale



IL LAGO REALE


Reale, come Venaria. Ma Venaria non è. Lontano dal capoluogo questo paesino che volge lo sguardo verso la vicina Valle d’Aosta. Ma in Val d’Aosta non siamo. Meno di duecento anime, ma d’estate molte, molte di più. Perché non è il paradiso, ma l’immagine di paradiso va vicina a questa località contornata da magnifiche montagne, d’inverno imbiancate e d’estate di quel colore verde vivace che solo qua si può vedere.
Ceresole Reale è un altro piccolo gioiello che non si può non visitare. In una giornata, in un week end, per un’intera stagione, per una vita. Difficile tornare a casa e non essere scossi dall’aver respirato un’aria soffice e ammirato un panorama da sogno. Una bella giornata d’estate o d’inverno, poco importa, la bellezza non ha stagione e forse nemmeno tempo. E anche per i più pigri che vogliono solo allontanarsi dalla città per qualche ora, questo è il luogo giusto per rilassarsi, non fosse per altro che il lago che domina gran parte della superficie del paese è un bacino preso da assalto da sportivi e famiglie, giovani ed anziani, camminatori ed eterni amanti dell’ozio.
Siamo a circa 1580 metri di altezza e questo lago artificiale dell’alta Valle Orco, con i suoi 3 chilometri di lunghezza e circa 700 metri di larghezza, ha una capacità di trentacinque milioni di metri cubi d’acqua, con uno sbarramento in grado di alimentare la centrale idroelettrica di Rosone, che produce 70 milioni di kWh all’anno.

Un passo di quasi cento anni dobbiamofare per arrivare alla costruzione dell’enorme diga. Un lago esisteva già in realtà, anni prima, piccolino, contornato da abitazioni;ma la necessità di aumentare il volume d’acqua fece sì, che case, edifici,vennero lentamente sommersi, in modo da creare il lago come lo conosciamo oggi, in tutta la sua grandezza. Dopo sei lunghi e travagliati anni di lavoro, nel 1931, ilgiorno 2 di agosto il bacino artificiale viene inaugurato alla presenza del principe Umberto di Savoia.
Da allora tanti anni sono passati, ma silenzioso, il lago è sempre lì, d’estate, pronto ad accogliere centinaia di passeggiatori volenterosi di godersi il perimetro di quella incredibile massa d’acqua e camminando scoprire ogni centimetro del sentiero che lo costeggia e d’inverno, stagione in cui gli amanti dello sci di fondo non possono far altro che innamorarsi di quel sentiero ormai innevato che corre accanto al ghiacciato bacino.Nove sono i chilometri del percorso ‘intorno al lago’ distribuiti in diversi contesti naturalistici, dal bosco, al paese, attraversando la diga descritta pocanzi.
Quindi lasciatevi andare e in qualsiasi giorno dell’anno, con la neve o con il sole abbandonate ancora una volta il vostro comodo divano per scoprire e partite, sì, partite e percorrete questo sentiero con gli scarponi o con gli sci, non importa, l’importante è riuscire a liberare la mente e godere metro dopo metro di questo incantevole scenario…

Alcuni dati tecnici:
1_ Partenza (consigliata): Rifugio Mila, Borgata Villa, 9 (sono disponibili servizi igienici);
2_ Arrivo Rifugio Mila dopo aver percorso 9 Km ad anello!
3_ Tempo di Percorrenza: 3 ore circa…

E come sempre… buon viaggio!!!