ROCHEMOLLES E POI
ANCORA PIU’ SU!
E’ quando pensi di aver visto ogni angolo
che scopri che quello accanto a te
non lo hai ammirato poi tanto bene!
Domino sul mondo e sulle Alpi. Su di loro voglio dominare, solo,
silenzioso, in un luogo ai confini del tutto. Questo cerco e sono sicuro che un
giorno quel luogo quasi per magia comparirà e avrò allora trovato finalmente il
mio personalissimo Eden. Navigo instancabile sognatore di porti abbandonati
alla deriva.
Alzo il volume della radio, i pensieri
senza un vero senso continuano a passarmi in testa. Da poco ho lasciato
l’abitato di Bardonecchia e la strada ha cominciato a salire,
restringersi e le nuvole si sono improvvisamente avvicinate alla mia anima,
anche la natura sembra volermi abbracciare. Qualche buca di troppo, nessunauto
in vista, il sole lontano dietro quella montagna.Poi giungo nel piccolo abitato
di Rochemolles a 1600 metri di altitudine, sei, sette chilometri al massimo dal
centro di Bardonecchia. Inserisco la freccia e mi fermo. Solitario in questo
assemblato di abitazioni che paiono volermi dare il benvenuto, lo scorrere
dell’acqua di una fontana mi invita ad avvicinarmi. Bevo e mi guardo attorno,
cammino, mi perdo tra le piccole strade che passano in mezzo a questo
incantevole e inaspettatamente reale paese di montagna. Ciò che cercavo,
piccolo paesino, un tempo addirittura comune, mi avvicino alla Chiesa di San
Pietro apostolo del XIV secolo, monumento nazionale. Bella. Bellissima. E non
conoscevo nulla di tutto questo, scopro e riscopro, curioso e più mi incuriosisco.
Un’anziana signora cammina a pochi metri
da me. Ci guardiamo. Le chiedo se la strada principale prosegua ancora o se di
lì a poco sarebbe stata interrotta. La strada? Certo che prosegue, verso la
diga, diventa più stretta, non asfaltata, ma ben battuta, con un’utilitaria non
vi è alcun problema e poi si può andare ancora più su, fino ad arrivare al rifugio
Scarfiotti. Ringrazio la donna, arrivo fino in punta al paese e poi torno
sui miei passi, ammirando gli antichi balconi delle case montane ricche di
storia e di fiori.
Riprendo l’auto e continuo per la mia
strada, più ripida, sterrata, ma immersa in un paradiso naturale che ad ogni
metro si fa più ricco e bello. Proseguo lentamente fino a scorgere la diga di
cui mi si parlava. Sono arrivato a 1970 metri di altezza, davanti a me questo
enorme, surreale ed incantevole bacino artificiale che può contenere 4 milioni
di metri cubi d’acqua, sorretto da un’enorme diga che crea uno sbarramento in
grado di contenere tutto questo volume liquido.
Qualche bici mi passa accanto. Non posso
far altro che rallentare e permettere ancora una volta ai miei occhi di
incontrare con stupore questo meraviglioso scenario alpino.
Proseguo la mia lenta e ondeggiante
corsa verso la meta. Arrivo ad un grande spiazzo dominato da incredibili
montagne, un piccolo laghetto e qualche alpeggio sparso qua e là. Sono arrivato
al rifugio. 2.165 metri, segnala un’indicazione. Respiro. Respiro. Respiro.
Vedo scendere dal Colle del Sommelier alcune jeep e soprattutto qualche
moto da cross. La mia corsa finisce lì ad ammirare il paesaggio e la natura che
ancora una volta regnano incontrastati sul tutto e sembrano a loro agio, come
lo sono io, immerso in quel contesto. Ammirato. Cosa voglio di più? In quel
silenzio assoluto, seduto su una panca sul terrazzo del rifugio attendo
impaziente dell’ottima polenta e un sano bicchiere di vino rosso, mentre
continuo ad ascoltare il silenzio e in quel silenzio gli alberi muoversi,
l’acqua scorrere, il vento gelido soffiare. Che abbia trovato il mio personale
Eden?
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