venerdì 10 luglio 2015

Rochemolles e poi ancora più su



ROCHEMOLLES E POI ANCORA PIU’ SU!
E’ quando pensi di aver visto ogni angolo
che scopri che quello accanto a te
non lo hai ammirato poi tanto bene!


Domino sul mondo e sulle Alpi. Su di loro voglio dominare, solo, silenzioso, in un luogo ai confini del tutto. Questo cerco e sono sicuro che un giorno quel luogo quasi per magia comparirà e avrò allora trovato finalmente il mio personalissimo Eden. Navigo instancabile sognatore di porti abbandonati alla deriva.

Alzo il volume della radio, i pensieri senza un vero senso continuano a passarmi in testa. Da poco ho lasciato l’abitato di Bardonecchia e la strada ha cominciato a salire, restringersi e le nuvole si sono improvvisamente avvicinate alla mia anima, anche la natura sembra volermi abbracciare. Qualche buca di troppo, nessunauto in vista, il sole lontano dietro quella montagna.Poi giungo nel piccolo abitato di Rochemolles a 1600 metri di altitudine, sei, sette chilometri al massimo dal centro di Bardonecchia. Inserisco la freccia e mi fermo. Solitario in questo assemblato di abitazioni che paiono volermi dare il benvenuto, lo scorrere dell’acqua di una fontana mi invita ad avvicinarmi. Bevo e mi guardo attorno, cammino, mi perdo tra le piccole strade che passano in mezzo a questo incantevole e inaspettatamente reale paese di montagna. Ciò che cercavo, piccolo paesino, un tempo addirittura comune, mi avvicino alla Chiesa di San Pietro apostolo del XIV secolo, monumento nazionale. Bella. Bellissima. E non conoscevo nulla di tutto questo, scopro e riscopro, curioso e più mi incuriosisco.

Un’anziana signora cammina a pochi metri da me. Ci guardiamo. Le chiedo se la strada principale prosegua ancora o se di lì a poco sarebbe stata interrotta. La strada? Certo che prosegue, verso la diga, diventa più stretta, non asfaltata, ma ben battuta, con un’utilitaria non vi è alcun problema e poi si può andare ancora più su, fino ad arrivare al rifugio Scarfiotti. Ringrazio la donna, arrivo fino in punta al paese e poi torno sui miei passi, ammirando gli antichi balconi delle case montane ricche di storia e di fiori.
Riprendo l’auto e continuo per la mia strada, più ripida, sterrata, ma immersa in un paradiso naturale che ad ogni metro si fa più ricco e bello. Proseguo lentamente fino a scorgere la diga di cui mi si parlava. Sono arrivato a 1970 metri di altezza, davanti a me questo enorme, surreale ed incantevole bacino artificiale che può contenere 4 milioni di metri cubi d’acqua, sorretto da un’enorme diga che crea uno sbarramento in grado di contenere tutto questo volume liquido.
Qualche bici mi passa accanto. Non posso far altro che rallentare e permettere ancora una volta ai miei occhi di incontrare con stupore questo meraviglioso scenario alpino.


Proseguo la mia lenta e ondeggiante corsa verso la meta. Arrivo ad un grande spiazzo dominato da incredibili montagne, un piccolo laghetto e qualche alpeggio sparso qua e là. Sono arrivato al rifugio. 2.165 metri, segnala un’indicazione. Respiro. Respiro. Respiro. Vedo scendere dal Colle del Sommelier alcune jeep e soprattutto qualche moto da cross. La mia corsa finisce lì ad ammirare il paesaggio e la natura che ancora una volta regnano incontrastati sul tutto e sembrano a loro agio, come lo sono io, immerso in quel contesto. Ammirato. Cosa voglio di più? In quel silenzio assoluto, seduto su una panca sul terrazzo del rifugio attendo impaziente dell’ottima polenta e un sano bicchiere di vino rosso, mentre continuo ad ascoltare il silenzio e in quel silenzio gli alberi muoversi, l’acqua scorrere, il vento gelido soffiare. Che abbia trovato il mio personale Eden?

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