lunedì 10 ottobre 2016

Dall'Olimpo alla Val D'Aosta



DALL’OLIMPO ALLA VAL D’AOSTA


Ogni tanto ci si chiede da dove derivi il nome di un luogo che abbiamo attraversato più e più volte. Nomi strani, semplici che non riusciamo però proprio a collocare in alcun modo in una precisa sfera a noi conosciuta.
E’ quello che mi è capitato, ad esempio,attraversando uno dei tanti paesi della Val d’Aosta, uno dei tanti con quel suono e quella parlata francese che ti rimane impressa e che porti la sera a casa. Montjovet! Montjovet è proprio uno di quei luoghi, di quei luoghi che, attraversati dalla Dora Baltea e dalla Statale 26, passano, corrono, volano via lasciando spazio e tempo ad altre mete magari più turistiche, alte, famose.
Eppure quel nome mi ha sempre fatto pensare a qualcosa di sacro, soprannaturale, divino. E questa è la sua storia….

Montjovet è un bel paese di quasi duemila anime, con quel fiume, la Dora, che mai come in questo tratto sembra così vivo. 2174 è la vetta più alta del comune, si tratta del Mont Lyan, maestoso, da cui si domina parte della valle stessa. Il territorio è attraversato da uno dei più importanti canali irrigui della Regione, il Ru d’Arlaz.
In epoca fascista il nome Montjovet venne cambiato, o meglio italianizzato,come quello di molti altri paesi, in Mongiove. Monte di Giove, quindi! Ma cosa c’entra la più grande divinità romana,
paragonabile allo Zeus greco, re dell’Olimpo, con questa terra?
Eppure Giove, come narra la leggenda, sembra essere quasi di casa qua, a Montjovet. I romani gli dedicarono un edificio di culto, nonché il monte sul quale quest’ultimo sorgeva, il Monte di Giove. Il tempietto, situato con ogni probabilità a Barmas era meta di pellegrini che qua pregavano la propria divinità. Ma Giove non è stato clemente, approfittando della propria forza e potenza amava terrorizzare gli abitanti del vallone di Peti-Monde, facendo di tutto per bloccare le acque del fiume, uccidendo poveri viaggiatori e viandanti, cercando di distruggere il piccolo borgo di Rodoz. Solo due angeli inviati da Dio riuscirono a placare gli animi di Giove schiacciando, nel vero senso della parola, la faccia della divinità su una roccia, sulla quale, si dice, sia stata impressa la usa immagine!

Leggenda o no, realtà o finzione, questo di Giove è uno dei tanti piccoli aneddoti che si possono udire in questo borgo, facente parte di questa chiusa vallata, dove il silenzio della quotidianità è interrotto soltanto dal lento via vai delle auto, dal fiume che lento scorre verso Torino e anziani, che fermi agli angoli delle vecchie case, non aspettano altro che raccontare ciò che il tempo ha raccontato a loro!




Luca B.

Nessun commento:

Posta un commento