QUEL LUGLIO CON LA
NEBBIA
L’ECCIDIO DEL COLLE
DEL LYS
L’aria gelida penetra nelle ossa. Il
sole è alto, ma non caldo oggi e va a riflettersi su quel manto bianco che
copre le montagne tutte intorno. Lo spettacolo è immenso, incredibile, gelido. Non
si ode una voce, un rumore, solo il vento. Non si vede anima viva, non si sente
alcun odore se non quello della fredda aria.
Dal centro della piazza tutto si può
vedere, basta roteare il corpo fino a spingere gli occhi su, per il Monte
Arpone. Dal Colle del Lys la vista è stupenda, quella Torre Circolare che ti
annuncia di essere arrivato alla meta. Quella Torre circolare simbolo di
guerra, speranza, infamia, storia. Quella Torre Circolare posta verso la Vale
di Susa, dalla parte opposta di quella Valle di Viù dove una fossa comune, tanti
anni prima,ha raccolto i corpi di 32 giovani uomini periti proprio su questo
colle tanto amato dai valligiani, dagli escursionisti, dai ciclisti.
Si sente ancora quell’atmosfera di
disfatta, di resa, di cotanta cattiveria che ha animato la notte tra il primo e
il due di luglio del 1944, notte in cui, avvolti da una strana ed estiva nebbia,
i partigiani della diciassettesima Brigata Garibaldi si sono scontrati con le
truppe nazifasciste.
Uno sparo singolo, poi una raffica,
questo fu l’inizio di uno dei più devastanti rastrellamenti contro le brigate
garibaldine che si trovavano nella zona. Difficile fuggire, dove? Nei boschi,
su in montagna,tra quella nebbiolina, ma troppi i mille tedeschi e fascisti per
tentare un attacco. Ed allora l’unico ordine possibile fu ripiegare… nove
vennero uccisi subito, ventitré catturati, torturati e trucidati.
Solo il quattro di luglio del 1944,
quando tutto era ormai passato, anche il più grande dei mali, alcuni partigiani
aiutati da contadini e da parroci della zona poterono seppellire i poveri
ragazzi.
L’eccidio del Colle del Lys viene
ricordato tutti gli anni, una lunga fiaccolata notturna ricorda quell’alba,
quella notte senza una fine in cui vennero calpestati i sogni di giovani
uomini.
Dal centro della piazza tutto si può
vedere, basta roteare il corpo, la Torre Circolare, sorta per ricordare non
solo quel due di luglio, ma tutte le 2024 persone cadute durante la Resistenza
e appartenute alle Brigate Garibaldi, l’Ecomuseo della Resistenza Carlo Mastri
e la via che conduce verso Niquidetto, proprio dove ancora oggi riposano i corpi
e le anime di quei combattenti.
Solo il silenzio. Solo il silenzio è
l’eterna testimonianza di questo scorrere del tempo, di quel tempo che sembra
essersi fermato decenni fa e sembra voler e poter insegnare ai posteri
qualcosa.Se solo imparassimo ad ascoltarlo, quel silenzio…
Luca B.
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