BRESSANONE, UNA CITTA' VESCOVILE
Lontano, molto lontano dai nostri confini. La
città di Bressanone lega indissolubilmente il proprio nome al mondo
ecclesiastico, ed in particolare alla figura del Vescovo. Da Torino a
Bressanone ci vogliono 5 ore di macchina, qualcosa meno. Passi da Milano o
passi da Brescia, poco importa il tempo che ci vuole è sempre lo stesso: mappe
e navigatori ti indicano a preferenza il tuo tragitto. Ad ogni modo quando vedi
il Lago di Garda devi tirar su per il Brennero, devi svoltare per la vecchia
autostrada dai guardrail arrugginiti. Va bene non sono proprio arrugginiti.
“Sono fatti di acciaio Corten” dicono, “durano di più”.
A 40 km dal capoluogo Bolzano, ecco appunto
Bressanone, Brixen in tedesco. “Da Mezzocorona in su son tutti bilingue”, è
un’altra perla che mi giunge prima del viaggio. Qui la gente parla italiano
male, è costretta a parlarlo dalle vicissitudini della Prima Guerra Mondiale,
quando questa parte di Austria fu presa dalle nostre truppe. Poi i fascisti,
furono molto chiari: “O vi italianizzate o ve ne andate oltre confine!”, chi è
rimasto spero abbia avuto le sue buone ragioni…C’è qualcuno che parla italiano
qua e là, ma si è adattato benissimo alle esigenze del luogo. Qualcuno (molti)
parla tedesco e vive alla grande. Qualcun altro ancora parla ladino, capisce
niente né di quello che dicono gli italiani né di quello che dicono gli
austriaci, e per questo vive ancora meglio di tutti.
I primi reperti della città risalgono all’Età
della Pietra, ma come data di nascita si sceglie il 901. Di mezzo manco a dirlo
c’è un vescovo, tal Zaccaria della diocesi di Sabiona a Chiusa (no quella di
San Michele, quella crucca “Klausen”) che ricevette in dono dal re Ludovico IV
il Fanciullo una tenuta agricola. Da allora, piano piano, tutto è
ecclesiastico: c’è la piazza vescovile, il Duomo di Bressanone, il convento con
le monache clarisse, il seminario, il battistero. E’ sede dell’arcidiocesi di
Bressanone e Bolzano. Soprattutto, a Raas, frazione del vicino comune di
Natz-Sciaves, nacque la nonna materna del Papa emerito Benedetto XVI. E nessuno
fa molto per nasconderlo anzi, tutto ciò è usato per sfruttare la città come
paese di riposo e tranquillità. Se sei giovane va da un’altra parte: trattorie?
Un pub la sera? “E’ una città vescovile” ti rispondono, senza aggiungere altro,
ti deve bastare.
Ma ci sono le Dolomiti… ah le Dolomiti!
Bressanone non sarà l’Ibiza dell’Alto Adige, ma fa del suo opposto un’arma
vincente. A chi piace fare escursioni, a chi piace andare in bici, a chi piace
sciare o semplicemente starsene in pace per un po’. Per la gioia dei mariti in
dicembre Bressanone poi, offre uno dei mercatini di Natale più imponenti della
Regione.
Le strade del centro, accompagnate talvolta da
portici, sono senza traffico e piene di negozi. Certo non di domenica… Oh! Ho detto
che è una città vescovile! Molto bella la torre parrocchiale, la Torre Bianca,
che in realtà per molto tempo è stata nera, ma una ristrutturazione del 2007
l’ha riportata al suo colore naturale.
I piatti tipici sono quelli soliti: lo strudel,
i canederli, i crauti…. Qui lo Spritz lo chiamano Veneziano, ma comunque come
aperitivo va per la maggiore l’Hugo, ideato solo 10 anni fa e diffusosi
velocemente oltre i confini, è un cocktail a base di prosecco e sciroppo di
sambuco.
Spirito cordiale e ospitale e burberia montana,
tutto si intreccia in questi luoghi. A dire la verità vince la prima, ma
qualche buon montanaro di vecchio stampo rende più caratteristico e suggestivo
il tutto. Poco importa questo però, quando il tempo è clemente il paesaggio
rende inutile qualsiasi altra considerazione. Non resta che innalzare i propri
bicchieri di Hugo e..”Prosit!” un brindisi al vescovo e ti sei calato nello
spirito giusto.
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