mercoledì 10 giugno 2015

Bressanone/Brixen, una città vescovile




BRESSANONE, UNA CITTA' VESCOVILE



Lontano, molto lontano dai nostri confini. La città di Bressanone lega indissolubilmente il proprio nome al mondo ecclesiastico, ed in particolare alla figura del Vescovo. Da Torino a Bressanone ci vogliono 5 ore di macchina, qualcosa meno. Passi da Milano o passi da Brescia, poco importa il tempo che ci vuole è sempre lo stesso: mappe e navigatori ti indicano a preferenza il tuo tragitto. Ad ogni modo quando vedi il Lago di Garda devi tirar su per il Brennero, devi svoltare per la vecchia autostrada dai guardrail arrugginiti. Va bene non sono proprio arrugginiti. “Sono fatti di acciaio Corten” dicono, “durano di più”.

A 40 km dal capoluogo Bolzano, ecco appunto Bressanone, Brixen in tedesco. “Da Mezzocorona in su son tutti bilingue”, è un’altra perla che mi giunge prima del viaggio. Qui la gente parla italiano male, è costretta a parlarlo dalle vicissitudini della Prima Guerra Mondiale, quando questa parte di Austria fu presa dalle nostre truppe. Poi i fascisti, furono molto chiari: “O vi italianizzate o ve ne andate oltre confine!”, chi è rimasto spero abbia avuto le sue buone ragioni…C’è qualcuno che parla italiano qua e là, ma si è adattato benissimo alle esigenze del luogo. Qualcuno (molti) parla tedesco e vive alla grande. Qualcun altro ancora parla ladino, capisce niente né di quello che dicono gli italiani né di quello che dicono gli austriaci, e per questo vive ancora meglio di tutti.

I primi reperti della città risalgono all’Età della Pietra, ma come data di nascita si sceglie il 901. Di mezzo manco a dirlo c’è un vescovo, tal Zaccaria della diocesi di Sabiona a Chiusa (no quella di San Michele, quella crucca “Klausen”) che ricevette in dono dal re Ludovico IV il Fanciullo una tenuta agricola. Da allora, piano piano, tutto è ecclesiastico: c’è la piazza vescovile, il Duomo di Bressanone, il convento con le monache clarisse, il seminario, il battistero. E’ sede dell’arcidiocesi di Bressanone e Bolzano. Soprattutto, a Raas, frazione del vicino comune di Natz-Sciaves, nacque la nonna materna del Papa emerito Benedetto XVI. E nessuno fa molto per nasconderlo anzi, tutto ciò è usato per sfruttare la città come paese di riposo e tranquillità. Se sei giovane va da un’altra parte: trattorie? Un pub la sera? “E’ una città vescovile” ti rispondono, senza aggiungere altro, ti deve bastare.
Ma ci sono le Dolomiti… ah le Dolomiti! Bressanone non sarà l’Ibiza dell’Alto Adige, ma fa del suo opposto un’arma vincente. A chi piace fare escursioni, a chi piace andare in bici, a chi piace sciare o semplicemente starsene in pace per un po’. Per la gioia dei mariti in dicembre Bressanone poi, offre uno dei mercatini di Natale più imponenti della Regione.

Le strade del centro, accompagnate talvolta da portici, sono senza traffico e piene di negozi. Certo non di domenica… Oh! Ho detto che è una città vescovile! Molto bella la torre parrocchiale, la Torre Bianca, che in realtà per molto tempo è stata nera, ma una ristrutturazione del 2007 l’ha riportata al suo colore naturale.

I piatti tipici sono quelli soliti: lo strudel, i canederli, i crauti…. Qui lo Spritz lo chiamano Veneziano, ma comunque come aperitivo va per la maggiore l’Hugo, ideato solo 10 anni fa e diffusosi velocemente oltre i confini, è un cocktail a base di prosecco e sciroppo di sambuco.
Spirito cordiale e ospitale e burberia montana, tutto si intreccia in questi luoghi. A dire la verità vince la prima, ma qualche buon montanaro di vecchio stampo rende più caratteristico e suggestivo il tutto. Poco importa questo però, quando il tempo è clemente il paesaggio rende inutile qualsiasi altra considerazione. Non resta che innalzare i propri bicchieri di Hugo e..”Prosit!” un brindisi al vescovo e ti sei calato nello spirito giusto.

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