GLI SPARI SOPRA

Nessun film, né tanto meno “Venerdì
13”, si avvicina a raccontare gli orrori proprio di quel giorno. Venerdì 13
novembre 2015 diverrà un giorno tristemente noto nel nostro calendario europeo,
proprio come l’11 settembre per gli americani. Chi di voi è stato in Siria?
Probabilmente nessuno. Chi di voi ha un conoscente che è stato in Siria?
Immagino pochi. Chi di voi è stato a Parigi? Tanti. Chi di voi ha un conoscente
che è stato a Parigi? Forse tutti. Ecco che un episodio come quello successo
venerdì scorso assume un aspetto di terrore intimo che non può essere
paragonato ad altro. Se una cosa del genere avviene vicino a noi ci sentiamo
attaccati personalmente reagiamo in altro modo.
In questo fine settimana appena
passato chiunque si è sentito libero di dire la sua sull’argomento. Tanti hanno
cercato un sistema per eliminare l’Isis. Ma come fare? Qui non si tratta di un
popolo di barbari che in massa viene a saccheggiare l’Impero Romano. La strage
di venerdì ci insegna che nel nostro tempo basta un manipolo di fanatici per
distruggere centinaia di vite. Gli artefici dei fatti di Parigi sono stati
materialmente forse una ventina, mica l’intera stirpe degli Unni. Eppure se ci
pensiamo bene siamo vulnerabili proprio sui piccoli numeri. Chi potrebbe
fermare un folle che ha deciso di fare una carneficina mentre stiamo assistendo
ad uno spettacolo al Teatro Carignano o all’Alfieri, o stiamo cantando ad un
concerto estivo all’aperto? Nessuno. Nessuno ha le chiavi per entrare nelle
menti di questi individui. Riflettiamoci.
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