mercoledì 11 novembre 2015

Il Sacro Monte Silenzioso!



IL SACRO MONTE SILENZIOSO!
Prima Parte


E’ un giorno di festa come altri, un po’ più freddo degli ultimi, anche se il sole sta pigramente per sorgere e sono sicuro che il suo calore tra qualche ora si farà sentire. Cartina alla mano la scelta è stata già circoscritta la sera prima su una zona mai calpestata da me e come tutte le volte la curiosità e la voglia di scoprire qualcosa di nuovo mi rendono entusiasta. Non sono solo, il gruppo che si è creato per la ‘spedizione’ odierna non può che essere il più diverso per elementi, passioni, scelte di vita. Ma mi sento assecondato, tra tutti, forse sono l’unico ad avere lo zaino sempre pronto e l’innata voglia di coinvolgere anche altri nelle mie passeggiate fuori porta. ‘Dove ci porti oggi?’. Li guardo, poche volte nella vita mi sono sentito al centro dell’attenzione, non mi è mai piaciuto esserlo, ma sapere di avere il coltello dalla parte del manico ed ogni tanto poter ‘imporre’ qualcosa da far conoscere ad altri, che difficilmente si sarebbero alzati dalla poltrona di casa, mi fa piacere.

Ed è quello che è successo. Molte volte ho sentito parlare, ho letto qualcosa riguardo ai Sacri Monti del Piemonte. Mi sono imbattuto alcuni mesi prima anche in una bella ed interessante mostra fotografica dedicata proprio a loro in collina a Torino. Così ho deciso che anche per me è venuto il momento di affrontarli, ammirarli, godermeli.
Crea. Da lui voglio partire. Provincia: Alessandria. Paesi limitrofi da visitare, a decine, tra i quali Moncalvo, Murisengo e Casale. Comunico la mia decisione.La metà dei partecipanti non sa dove tutto ciò si trovi. Ma approva. Per fiducia, credo. Il viaggio è rilassante, intervallato da chiacchiere e dall’autoradio che con la sua musica ci tiene compagnia nei pochi momenti morti dei nostri dialoghi. Seguiamo le indicazioni, fino ad arrivare alla sommità del monte. Scendiamo, un silenzio avvolge il nostro arrivo. Poche auto nel parcheggio, finalmente il sole si è alzato sopra le nostre teste, sentiamo ancora il fresco della stagione, ma nulla in confronto con quello del mattino. Dobbiamo camminare, non so per quanto, ma credo poco. La strada ci conduce al Santuario Mariano che si affaccia su una piazzetta su cui vi sono altri edifici, compreso un bar ed un ristorante, dove tra poco potremo rifocillarci. Il mangiare è sempre un ottimo stimolo, anche per chi è più pigro.

Raduno tutti al centro della piazza e con un depliant in mano comincio a leggere, come se fossi, per la prima volta in vita mia, una vera e propria guida turistica:
‘Il Sacro Monte di Crea si trova su una delle più alte colline del Monferrato. Come altri sacri Monti, sia del territorio piemontese, che di quello lombardo, anche quello di Crea fa parte di un vasto Parco Naturale. I Sacri Monti, a partire dal 2003 sono stati inseriti dall’UNESCO nell’elenco dei patrimoni dell’umanità’. Faccio una pausa. Nessuno sembra ancora essersi addormentato, sarà per il freddo, penso. Volgo lo sguardo verso la Chiesa ‘Tra poco entreremo nel santuario. La tradizione vuole che sia stato Sant’Eusebio nel 350 d.c.a portare proprio qua una statua lignea della Madonna col Bambino, venerata ancora ai giorni nostri. Sant’Eusebio fu colui che in qualche modo diffuse il Cristianesimo nel pagano Monferrato. La storia del Sacro Monte di Crea comincia con quella del convento e della Chiesa di Santa Maria, meta di pellegrinaggio già dal medioevo.Già luogo di culto nel XII secolo, i Marchesi del Monferrato gli donarono una reliquia della Santa Croce. 

Sono secoli, quelli dal XII al XVI in cui la Chiesa, così come la vediamo oggi, viene rimaneggiata, ingrandita, al suo interno vengono dipinti molti affreschi, create cappelle.Ma allora vi era la chiesa e basta. Solo nel 1589, sotto Vincenzo I di Gonzaga, si cominciò a parlare di un progetto di costruzione di cappelle devozionali del Sacro Monte, sullo stiledi ciò che stava avvenendosu diun altro bellissimo sacro Monte, quello di Varallo’ Mi stacco di nuovo un attimo dalla lettura. Tutti attenti, tranne uno che si è allontanato attratto più dal menù odierno del ristorante che da Vincenzo I di Gonzaga… Mi accorgo però che quel gruppo di amici è diventato più numeroso, quattro signori di una certa età mi guardano ‘Vada pure avanti, sono interessanti le cose che dice… l’ascoltiamo’Guardo gli altri che sembrano volermi dire la stessa cosa … dunque, dove eravamo?‘Diciotto stazioni dedicate ai misteri del Rosario dovevano essere costruite, le prime furono la Natività e la Presentazione di Maria al tempio. Ma il progetto divenne sempre più complesso, addirittura si cominciò a parlare della costruzione di 40 cappelle. Ma torniamo al Santuario. Nel 1735 venne completamente rifatta la facciata… ma poi arrivò l’età Napoleonica e di qua un periodo di declino fino alla ristrutturazione avviata nel 1859. Direi che non ci resta che entrare in Chiesa e dopo affrontare le asperità del Sacro Monte… che ne dite?’ Qualcuno mi guarda perplesso, altri approvano immediatamente, compreso l’uomo che prima si era allontanato e che porta con sé una notizia, a suo dire, fantastica.Il ristorante quel giorno aveva tra il menù ‘spaghetti cacio e pepe’, il suo piatto preferito…

Fine prima parte

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