IL SACRO MONTE
SILENZIOSO!
Prima Parte
E’ un giorno di festa come altri, un po’
più freddo degli ultimi, anche se il sole sta pigramente per sorgere e sono
sicuro che il suo calore tra qualche ora si farà sentire. Cartina alla mano la
scelta è stata già circoscritta la sera prima su una zona mai calpestata da me
e come tutte le volte la curiosità e la voglia di scoprire qualcosa di nuovo mi
rendono entusiasta. Non sono solo, il gruppo che si è creato per la
‘spedizione’ odierna non può che essere il più diverso per elementi, passioni,
scelte di vita. Ma mi sento assecondato, tra tutti, forse sono l’unico ad avere
lo zaino sempre pronto e l’innata voglia di coinvolgere anche altri nelle mie
passeggiate fuori porta. ‘Dove ci porti oggi?’. Li guardo, poche
volte nella vita mi sono sentito al centro dell’attenzione, non mi è mai
piaciuto esserlo, ma sapere di avere il coltello dalla parte del manico ed ogni
tanto poter ‘imporre’ qualcosa da far conoscere ad altri, che difficilmente si
sarebbero alzati dalla poltrona di casa, mi fa piacere.
Ed è quello che è successo. Molte volte
ho sentito parlare, ho letto qualcosa riguardo ai Sacri Monti del
Piemonte. Mi sono imbattuto alcuni mesi prima anche in una bella ed
interessante mostra fotografica dedicata proprio a loro in collina a Torino.
Così ho deciso che anche per me è venuto il momento di affrontarli, ammirarli,
godermeli.
Crea. Da lui voglio partire. Provincia:
Alessandria. Paesi limitrofi da visitare, a decine, tra i quali Moncalvo,
Murisengo e Casale. Comunico la mia decisione.La metà dei partecipanti non sa
dove tutto ciò si trovi. Ma approva. Per fiducia, credo. Il viaggio è
rilassante, intervallato da chiacchiere e dall’autoradio che con la sua musica
ci tiene compagnia nei pochi momenti morti dei nostri dialoghi. Seguiamo le
indicazioni, fino ad arrivare alla sommità del monte. Scendiamo, un silenzio avvolge
il nostro arrivo. Poche auto nel parcheggio, finalmente il sole si è alzato
sopra le nostre teste, sentiamo ancora il fresco della stagione, ma nulla in
confronto con quello del mattino. Dobbiamo camminare, non so per quanto, ma
credo poco. La strada ci conduce al Santuario Mariano che si affaccia su una
piazzetta su cui vi sono altri edifici, compreso un bar ed un ristorante, dove
tra poco potremo rifocillarci. Il mangiare è sempre un ottimo stimolo, anche
per chi è più pigro.
Raduno tutti al centro della piazza e
con un depliant in mano comincio a leggere, come se fossi, per la prima volta
in vita mia, una vera e propria guida turistica:
‘Il Sacro Monte di Crea si trova su una delle più alte colline del
Monferrato. Come altri sacri Monti, sia del territorio piemontese, che di
quello lombardo, anche quello di Crea fa parte di un vasto Parco Naturale. I
Sacri Monti, a partire dal 2003 sono stati inseriti dall’UNESCO nell’elenco dei
patrimoni dell’umanità’. Faccio una
pausa. Nessuno sembra ancora essersi addormentato, sarà per il freddo, penso.
Volgo lo sguardo verso la Chiesa ‘Tra
poco entreremo nel santuario. La tradizione vuole che sia stato Sant’Eusebio
nel 350 d.c.a portare proprio qua una statua lignea della Madonna col Bambino,
venerata ancora ai giorni nostri. Sant’Eusebio fu colui che in qualche modo
diffuse il Cristianesimo nel pagano Monferrato. La
storia del Sacro Monte di Crea comincia con quella del convento e della Chiesa
di Santa Maria, meta di pellegrinaggio già dal medioevo.Già luogo di culto nel
XII secolo, i Marchesi del Monferrato gli donarono una reliquia della Santa
Croce.
Sono secoli, quelli dal XII al XVI in cui la Chiesa, così come la
vediamo oggi, viene rimaneggiata, ingrandita, al suo interno vengono dipinti molti
affreschi, create cappelle.Ma allora vi era la chiesa e basta. Solo nel 1589,
sotto Vincenzo I di Gonzaga, si cominciò a parlare di un progetto di costruzione
di cappelle devozionali del Sacro Monte, sullo stiledi ciò che stava avvenendosu
diun altro bellissimo sacro Monte, quello di Varallo’ Mi stacco di nuovo un
attimo dalla lettura. Tutti attenti, tranne uno che si è allontanato attratto
più dal menù odierno del ristorante che da Vincenzo I di Gonzaga… Mi accorgo
però che quel gruppo di amici è diventato più numeroso, quattro signori di una
certa età mi guardano ‘Vada pure avanti,
sono interessanti le cose che dice… l’ascoltiamo’Guardo gli altri che sembrano
volermi dire la stessa cosa … dunque, dove eravamo?‘Diciotto stazioni dedicate ai misteri del Rosario dovevano essere
costruite, le prime furono la Natività e la Presentazione di Maria al tempio.
Ma il progetto divenne sempre più complesso, addirittura si cominciò a parlare
della costruzione di 40 cappelle. Ma torniamo al Santuario. Nel 1735 venne completamente
rifatta la facciata… ma poi arrivò l’età Napoleonica e di qua un periodo di
declino fino alla ristrutturazione avviata nel 1859. Direi che non ci resta che
entrare in Chiesa e dopo affrontare le asperità del Sacro Monte… che ne dite?’ Qualcuno
mi guarda perplesso, altri approvano immediatamente, compreso l’uomo che prima si
era allontanato e che porta con sé una notizia, a suo dire, fantastica.Il
ristorante quel giorno aveva tra il menù ‘spaghetti cacio e pepe’, il suo
piatto preferito…
Fine prima parte
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