A CAVOUR IN BICICLETTA
Dati Tecnici:
PUNTO DI PARTENZA& DI ARRIVO: PARCO LE
VALLERE – META: ROCCA DI CAVOUR
CHILOMETRI PERCORSI: 110,3 - DISLIVELLO: 200
mt (quelli della Rocca)
ORE EFFETTIVE IN BICI: 6,5
MEDIA: 17 KM/H
Paesi
attraversati:
Moncalieri –
Villastellone (via Tetti Sapini) – Carignano – Osasio – Virle – Vigone –
Villafranca Piemonte (via ciclo strada Airasca/Villafranca) – Cavour (su
Ciclostrada) – Rocca di Cavour – Cavour (pausa pranzo) – Garzigliana – Macello
– Buriasco –Appendini – Scalenghe – Pieve di Scalenghe (via ciclo strada
Airasca/Villafranca) – Airasca – None – Parco di Stupinigi – Nichelino - Moncalieri
Premessa.
Questo me lo sono inventato io, di sana pianta. Ovviamente affidandomi ad una
mappa che segnalasse anche le stradine più piccoline, una IGC, tanto per
intenderci. Ho fissato la meta, la Rocca di Cavour e sono partito, da un punto
accessibile a tutti, il Parco delle Vallere, al confine tra Moncalieri e
Torino. Mi sono lasciato trasportare dalle tante e poco conosciute ciclo strade
della nostra Regione.Dovevo provare a me stesso e non solo, che è possibile
trascorrere un’intera giornata attraversando strade secondarie le quali ti
permettono di scoprirepiccoli paesini che sul percorso si possono incontrare.
Così come deve essere il cicloturismo, una scoperta e soprattutto un qualcosa
di accessibile a tutti. Perché questo percorso, in tutto od in parte può essere
fatto agevolmente da chiunque, ciclisti che voglio allenarsi o famiglie che
vogliono trascorrere una giornata diversa dalle altre.
Ed è così che… pronti, partenza, via…
‘La giornata, anche se velata, è mite. E’
il primo week end autunnale e dopo aver abbandonato la mia bici per tutto il
periodo estivo facendomi quasi sentire un traditore nei suoi confronti, decido
di avventurarmi su nuove strade.
I primichilometri corrono veloci, tra
strade conosciute e piccolivicoli di campagna per giungere prima a Carignano e
poi suprovinciale, per fortuna poco trafficata, a Vigone. Ovviamente c’è il
tempo per una furtiva visita ad Osasio (dove in piazza tanti anni prima avevo
assistito ad un concerto) e Virle, con le sue belle chiese e i suoi ben due
banchi di mercato del sabato mattina… quale felice tranquillità!
A Vigone non mi posso sbagliare, qualche
mese prima avevo percorso la bella ciclo strada, ricavata su vecchia ferrovia
(quante se ne potrebbero fare in tal senso nel nostro paese!) che porta a
Villafranca… ma mi sbaglio, tanto da doverla prendere qualche chilometro più
avanti. Villafranca non la attraverso, vedendo le indicazioni della ciclo
strada, di quattordici chilometri, che mi conducono direttamente alla mia meta.
Perché Cavour? Per tanti motivi tra cui il ricordo, vago, di una gita
scolastica in punta alla Rocca. Così arrivato a destinazione e dopo aver
visitato il centro intraprendo via Barge e salgo i pochi, ma durissimi
chilometri che mi separano dalla vetta. Peccato per la foschia, perché dalla Rocca
si possono scorgere panorami infiniti sulla pianura pinerolese-torinese, fin
verso il cuneese.
Contento di essere salito, scendo dal
versante nord, più tecnico (non per altro è indicato come pedonale) e mi ritrovo
in piazza, dove in un piccolo bar consumo il mio pranzo, fatto di tramezzini e
una meritata coca cola. Una mezz’oretta di riposo, dopo oltre 60 chilometri
percorsi e riprendo la via del ritorno. Sto attento nel seguire le indicazioni
della cartina e decido per una strada alternativa. Purtroppo i primi quattro
chilometri sono sulla trafficata statale di Pinerolo, ma appena posso svolto a
destra attraversando Garzigliana, Macello e Buriasco, dove riempio la mia
borraccia di acqua fresca, quell’acqua che mi permetterà di
avere l’energia necessaria per arrivare a Torino.
Da qua in poi la strada la conosco
abbastanza bene, tutto su strade di campagna, dove gli unici mezzi motorizzati
sono i trattori, devio per la frazione di Appendini, arrivo a Scalenghe e riprendo
la ciclostrada per Airasca, passando per stazioni abbandonate, passaggi a
livello ormai inesistenti e ammirando ancora una volta il bel Santuario di
Pieve di Scalenghe. Le gambe intanto chiedono un po’ di riposo, ma decido di
accelerare e togliermi dal traffico di None e giungere il più velocemente
possibile nel Parco di Stupinigi, dove l’andatura si fa più dolce, l’assenza di
auto e la solitudine mi permettono di godere di un’atmosfera di pace e la vista
in lontananza della palazzina mi permettono di rallentare… l’arrivo e la doccia
tanto sospirata non sono più un miraggio. Ancora il tempo di attraversare
Nichelino e Moncalieri. Pochi chilometri e arrivo a casa! Anche la Rocca di
Cavour, pedalata dopo pedalata, è stata conquistata’.
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