Sempre più impavidi raccoglitori improvvisati si pentono di non essersi fatti consigliare da qualcuno che ne sa più di loro
Un muratore romeno di 54 anni
residente nel torinese, è stato sottoposto a un trapianto di fegato
all’Ospedale Molinette di Torino, dopo aver ingerito un imprecisato
quantitativo del velenosissimo fungo Amanita Falloide. Nel corso della
settimana scorsa poi un’intera famiglia formata da sette componenti, sempre di
origine romena, è rimasta in osservazione dopo aver pranzato con un risotto a
funghi, raccolti per conto proprio al Parco della Maddalena. La più piccola di
loro ha 7 anni.
Dopo questa ennesima notizia
all’apertura della stagione dei funghi, c’è da chiedersi quanto ancora la gente
possa continuare ad essere così superficiale su un prodotto così rischioso se
non conosciuto. Perché lasciato il posto al momento di doveroso rispetto che la
mancanza di salute deve avere, c’è da prendere atto della totale idiozia delle
persone coinvolte nel fatto, niente di più.
Si tratta di conoscenza. Se si vuole
andare a funghi bisogna farlo le prime volte con qualcuno che sia esperto. Come
si può solamente pensare di raccoglierli così, in base al colore, al profumo,
all’aspetto? I nostri boschi, e non solo, brulicano (anche se a quanto pare
questa annata non ha regalato grandi soddisfazioni) di funghi commestibili e
straordinari. A partire dalla più comune Armillariella Mellea, i chiodini parlando
semplice, o meglio ancora dire le famiòle. I porcini, re incontrastati dei
boschi, e poi ancora il Leccinum aurantiacum (la crava rossa o nera) e la
Romaria aurea (la manina dorata).
Serve la cultura del fungo.
L’improvvisazione, o meglio la stoltezza, porta problemi gravi. E servono poi
anche 30€. Già perché questo è il costo della tessera per la raccolta. Perché
se non bastasse l’imprudenza della gente ci si mette anche la follia delle
istituzioni. Per raccogliere i frutti di madre natura in zone pubbliche occorre
pagare. Qualcuno ha pensato a quanti boschi sarebbero più battuti e meno
lasciati a loro stessi nella sporcizia senza questa tassa/fesseria?
Figuriamoci…
Non resta che appellarsi al buon senso
delle persone che frequentano i terreni boschivi, e fortunatamente in Piemonte
sono ancora in molti che ce l’hanno, e sperare che queste istruiscano le altre.
Per le istituzioni invece dispiace, non c’è più niente da fare.
Armillariella Mellea (chiodini, famiòla) |
Leccinum aurantiacum (crava rossa) |
Porcino |
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