lunedì 12 ottobre 2015

La legge del fungo

La notizia del lunedì sera

LA LEGGE DEL FUNGO

Sempre più impavidi raccoglitori improvvisati si pentono di non essersi fatti consigliare da qualcuno che ne sa più di loro

Un muratore romeno di 54 anni residente nel torinese, è stato sottoposto a un trapianto di fegato all’Ospedale Molinette di Torino, dopo aver ingerito un imprecisato quantitativo del velenosissimo fungo Amanita Falloide. Nel corso della settimana scorsa poi un’intera famiglia formata da sette componenti, sempre di origine romena, è rimasta in osservazione dopo aver pranzato con un risotto a funghi, raccolti per conto proprio al Parco della Maddalena. La più piccola di loro ha 7 anni.

Dopo questa ennesima notizia all’apertura della stagione dei funghi, c’è da chiedersi quanto ancora la gente possa continuare ad essere così superficiale su un prodotto così rischioso se non conosciuto. Perché lasciato il posto al momento di doveroso rispetto che la mancanza di salute deve avere, c’è da prendere atto della totale idiozia delle persone coinvolte nel fatto, niente di più.

Si tratta di conoscenza. Se si vuole andare a funghi bisogna farlo le prime volte con qualcuno che sia esperto. Come si può solamente pensare di raccoglierli così, in base al colore, al profumo, all’aspetto? I nostri boschi, e non solo, brulicano (anche se a quanto pare questa annata non ha regalato grandi soddisfazioni) di funghi commestibili e straordinari. A partire dalla più comune Armillariella Mellea, i chiodini parlando semplice, o meglio ancora dire le famiòle. I porcini, re incontrastati dei boschi, e poi ancora il Leccinum aurantiacum (la crava rossa o nera) e la Romaria aurea (la manina dorata).

Serve la cultura del fungo. L’improvvisazione, o meglio la stoltezza, porta problemi gravi. E servono poi anche 30€. Già perché questo è il costo della tessera per la raccolta. Perché se non bastasse l’imprudenza della gente ci si mette anche la follia delle istituzioni. Per raccogliere i frutti di madre natura in zone pubbliche occorre pagare. Qualcuno ha pensato a quanti boschi sarebbero più battuti e meno lasciati a loro stessi nella sporcizia senza questa tassa/fesseria? Figuriamoci…

Non resta che appellarsi al buon senso delle persone che frequentano i terreni boschivi, e fortunatamente in Piemonte sono ancora in molti che ce l’hanno, e sperare che queste istruiscano le altre. Per le istituzioni invece dispiace, non c’è più niente da fare.

Armillariella Mellea (chiodini, famiòla)
Leccinum aurantiacum (crava rossa)
Porcino
Romaria aurea (manina dorata)

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