giovedì 8 ottobre 2015

A spasso nel regno del fungo porcino



A spasso nel regno del Fungo Porcino

Giaveno, centro della Val Sangone


Maestose. Non c’è altro modo per definirle. E anche se molte volte provenendo da Torino e dirigendosi verso le Valli Olimpiche, le uniche vette che si conoscono rispondono al nome di ‘Musinè’ e ‘Rocciamelone’, e gli occhi possono spaziare, nelle giornate limpide verso ovest delineando con lo sguardo il Monviso, lo scenario che si spalanca dinnanzi a noi salendo da Avigliana o da Trana è qualcosa di meraviglioso, unico, magico.
La catena montuosa che ‘abbraccia’ la Val Sangone dal Monte Freidour fino al Colle Braida, imbocco della vicina Valle di Susa, è composta da montagne straordinarie sia dal punto di vista paesaggistico che escursionistico. Il Monte Rocciavrè, il ‘Robinet’, la ‘Punta dell’Aquila’ solo per citarne alcuni sono un patrimonio importante, da tutelare e da raccontare, delle Alpi Cozie.
E proprio qua, in questo ‘fiabesco’ contesto, nel cuore della Val Sangone, sorge una cittadina, capoluogo della valle che negli anni ha avuto un considerevole incremento demografico dovuto all’ottima qualità della vita e alla sua strategica posizione nel contesto locale.
Giaveno con i suoi oltre quindicimila abitanti ha origini molto antiche, anno cruciale per la sua storia è il 1103 quando il Conte Umberto II diMoriana-Savoia dona questo territorio alla vicina Abbazia di San Michele. Ma è soprattutto nel corso del ‘700, grazie ad una consistente attività produttiva e commerciale che il paese conosce un periodo di fiorente sviluppo.

Oggi Giaveno, oltre ad essere un ottimo punto di partenza per passeggiate ed escursioni di uno o più giorni sulle montagne circostanti, permette al visitatore di scoprire, passeggiando per le sue vie, angoli nascosti e solitari di una cittadina che nel passato è stata insignita della Medaglia d’Argento al Valore Militare per la sua lotta partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale.
Piazza San Lorenzo ne è il cuore nevralgico, con la Colleggiata iniziata a costruire a partire dall’anno 1622. La Chiesa di San Lorenzo offre un bellissimo portone d’ingresso scolpito con decorazioni floreali, mentre internamente da ammirare la Cappella del Battistero, dove troviamo l’opera pittorica di Alessandro Trono, che raffigura Gesù Cristo nel gesto di offrire le chiavi a San Pietro, la cappella dei Re Magi in cui è possibile vedere la pregevole pala d’altare ed infine l’area absidale che custodisce un dipinto di Joseph Ouvertus raffigurante San Lorenzo e sul fondale paesaggi del Borgo Medievale e dell’antico Castello Abbaziale.

Di fronte alla Collegiata sorge il grande Campanile, conosciuto anche come ‘Torre degli Orologi’, terminato di costruire nel 1748 poco dopo la Pace di Acquisgrana. Dalla piazza prende vita l’arteria principale del Paese, Via Roma, dove sono ancora visibili tre delle antiche torri della cinta muraria.
Si giunge quindi al monumento simbolo di Giaveno, il ‘Mascherone’, fontana che si trova in Piazza Papa Giovanni XXIII raffigurante una maschera grottesca dalla cui bocca zampilla acqua, opera realizzata nel 1622 dall’artista Giacomo Fontana. Da qui si ha accesso al Parco Storico di Palazzo Marchini, che ospita piante secolari, la Fontana della Venere, statua raffigurante la divinità greca, scolpita nel 1910 e riportata agli antichi splendori nella seconda metà degli anni ’90 e soprattutto Palazzo Marchini, oggi sede del comune, tipico esempio di Palazzo Rinascimentale costruito nel quattrocento per volere della casata dei Molines.

Non resta che perdersi per le stradine del centro storico verso Piazza San Rocco con la sua Chiesa e il luogo della ‘Gogna’, Piazza Sclopis, la cosiddetta piazza ‘del pozzo’ attorniata da bei palazzi fino a giungere, passeggiando su Via Umberto I, alla Chiesa della Confraternita del Gesù, nota anche come Chiesa dei Batù, ovvero dei ‘flagellanti’, il luogo di culto più antico di Giaveno, risalente al 1576. In questo tempio alla struttura generale dai tratti classici e sobri si accavallano gli accenti più stravaganti delle tipiche decorazioni di gusto barocco. La particolarità inoltre di questo luogo è quella da una parte di custodire al suo interno gli arredi originali, tra i quali spicca il pregiato organo risalente alla fine del XVIII secolo, dall’altra l’eccellente acustica degli ambienti che permettono  di dare vita all’ormai trentennale manifestazione ‘I Concerti della Chiesa dei Batù’, con raffinate e ricercate proposte di musica classica e Jazz.

Fine Prima Parte

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