mercoledì 10 febbraio 2016

66° Festival di Sanremo: la prima serata - Il Pagellone


66° Festival di Sanremo: la prima serata – Il Pagellone


Lorenzo Fragola
Lorenzo Fragola 7: Più cupo delle sue precedenti canzoni, da ‘Siamo uguali’ della scorsa edizione di Sanremo al tormentone estivo “#Fuori c’è il sole”. Classica canzone da giro di do, ma che si fa ascoltare. Fragola sembra un veterano a soli 20 anni e gliene va dato atto, seppur questa non sia sempre una cosa positiva. Il ritornello è facile da ricantare. Da manuale per il Festival.

Noemi 7: La canzone con il testo sicuramente più intenso. Non a caso finisce tra gli ultimi quattro, perché il brano ha bisogno di un ulteriore ascolto da parte di un pubblico nazionalpopolare, ma si risolleverà. Noemi è brava con un singolo dalla non facile interpretazione. Sua la bella idea di addobbare le aste dei microfoni con nastri colorati in favore delle unioni civili.

Dear Jack 5.5: Un po’ da Amici, un po’ da X Factor. La fusione tra il gruppo uscito dal talent di Maria De Filippi e il nuovo cantante Leiner proveniente da quello di Simon Cowell funziona poco. “Mezzo respiro ancora” è l’intercalare utilizzato 50 volte nel testo. I critici già dicono che si tratti di un gruppo destinato alla veloce sparizione, ma ci si chiede quando mai siano apparsi.

Gli Stadio
Caccamo & Iurato 5.5: I due giovani cantanti vengono indicati come i possibili vincitori e si capisce presto perché. Il brano infatti è ciò che di più classico possa esserci, noioso e apatico. Ma al Festival le coppie sono sempre funzionate per cui…

Stadio 6.5: Tanto si è detto della non freschissima voce di Curreri e dopo 40 anni di carriera pare ovvio. Ma gli Stadio per tenuta del palco ed intensità sembrano di un altro pianeta rispetto agli altri. Il pubblico li premia ed è forse questa la cosa più sorprendente della prima classifica parziale.

Arisa 6: Non riprende la spensieratezza di “Sincerità” né ripete le atmosfere di “Controvento”. Dopo un anno da valletta Arisa ritorna come cantante. La sua “Guardando il cielo” non è esaltante al primo ascolto, lei pare nervosa anche al Dopofestival.. forse un anno di pausa dalla kermesse ligure le avrebbe giovato.

Enrico Ruggeri 8: Alla sua nona partecipazione e con due vittorie alle spalle Rouge è sembrato uno dei più in forma nella prima serata. Nel classico stile rock è stato l’unico vero performer sul palco. Di categoria superiore.

Bluvertigo 9: “Semplicemente” non rappresenta il punto più alto della carriera artistica dei Bluvertigo, ma a Sanremo, la riunita band lombarda porta un sound lontano dalla classicità degli altri artisti e per questo paiono arrivati da un altro anfratto di questo mondo. Morgan non ha voce? No, purtroppo non l’ha più, ma il Festival non è più quello di Claudio Villa, e le grandi voci non sempre sono garanzia di qualità. I Bluvertigo hanno portato “Semplicemente” la canzone migliore.

Rocco Hunt 6: Il rapper, se così si può chiamare, ci mette anima, cuore e tanta allegria in un altro testo che vuole assurgersi ad importante. Ma il napoletano che saltella da una parte all’altra del palco come una cavalletta non pare un credibile autore impegnato. “Wake up” ha però quell’orecchiabilità un po’ fastidiosa che le vale la sufficienza.
Irene Fornaciari

Irene Fornaciari 6.5: Anche quella di Irene è una canzone che merita un secondo ascolto più approfondito. Il tema delle tragedie nel Mediterraneo non è di facile trattamento, la Fornaciari ci riesce al meglio, ma è penalizzata dall’orario in cui viene fatta esibire. Essendo forse la meno conosciuta dei 10 finisce ultima. Non è facile essere figli di… Sottovalutata.

Carlo Conti 9: Sembra di essere nel salotto di casa sua più che sul palco di Sanremo, che conduce come qualsiasi altro suo show. I risultati però gli danno ragione e più: 49,5% di share con oltre 11 milioni di spettatori complessivi con picchi di 15, meglio pure dello scorso anno. Chapeau.

Virginia Raffaele
Virginia Raffaele 9: La vera sorpresa della prima serata. Interpreta tutto il tempo un unico personaggio e si incastra benissimo tra i tempi televisivi. Fa ridere su un palco in cui non si ride mai.

Gabriel Garko 6.5: Un po’ impacciato, ma è del mestiere. Dialoga con il pubblico e legge scaltramente il gobbo senza farsi notare clamorosamente. Non facile dopo la disavventura di qualche giorno, con l’esplosione dell’abitazione in cui alloggiava e la morte della padrona di casa. Non ci si aspettava di più.


Madalina Ghenea 6: Lei del mestiere non lo è, ma il ghiaccio è rotto. Indovina un paio di battute azzeccate, ma chiaramente telecomandate. 

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