venerdì 12 febbraio 2016

66° Festival di Sanremo: la terza serata - Il Pagellone


66° Festival di Sanremo: la terza puntata – Il Pagellone


NOEMI 8: Sceglie un brano nel suo stile ed il risultato le da ragione visto che finisce tra le prime cinque cover. Ed intanto “La borsa di una donna”, finita nella
zona a rischio nella prima serata, è la canzone sanremese più trasmessa dalle radio. Già una bella rivincita.

DEAR JACK 5.5: Provano in tutti i modi a rendersi simpatici e a scrollarsi di dosso la nomea di boy band interpretando una canzone del Quartetto Cetra. Ma la simpatia non basta per comprare un loro disco.

ZEROASSOLUTO 6: Scelta divertente quella di cantare una canzone di un cartone animato, Goldrake, anche in considerazione del fatto che nell’ultima serata sarà ospite Cristina D’Avena. Avvallano però l’idea diffusa che siano rappresentanti di una giovinezza che non c’è più. Nostalgici.

GIOVANNI CACCAMO E DEBORAH IURATO 5: La loro interpretazione del pezzo di Pino Daniele avrebbe potuto consacrarli a favoriti, ma sprecano una buona occasione. Tuttavia sono molto votati dal pubblico, ma attenzione, le coppie funzionano quasi sempre solo nella settimana sanremese.

PATTY PRAVO 7: Lei può fare tutto, pure fare una cover di sé stessa. Coraggiosa e riuscita la scelta di duettare con Fred De Palma, due mondi lontanissimi. Un voto in meno per come è stata conciata, la sua capigliatura era davvero imbarazzante.

ALESSIO BERNABEI 6: La versione di “A mano a mano” di Cocciante con Benji & Fede è pressoché disastrosa se si ha in testa l’originale o quella di Rino Gaetano. Ma si meritano una sufficienza per aver fatto conoscere ai loro giovani fan una canzone così.

DOLCENERA 5.5: Cantare “Amore disperato” di Nada era una scelta non difficilissima, fa una buona prova, ma il vero problema è che nessuno la vota mai, prende l’1% da casa in una sfida a quattro!

CLEMENTINO 8: Cantare Fabrizio De Andrè è quasi sempre come bestemmiare in diretta, ma ‘la iena’ non prova a fare il verso al Cantautore genovese ed il risultato è piacevole, pubblico e critica sono concordi, anche la platea gli ha tributato un lungo applauso.

ELIO E LE STORIE TESE 8: Se ne inventano un’altra delle loro. Propongono una versione della quinta di Beethoven anni ’70, di due secoli dopo. Dichiarando di voler esaudire un desiderio del compositore tedesco di partecipare una volta nella vita al Festival.

ARISA 7: Riesce a rendere omaggio a “Cuore” di Rita Pavone in maniera impeccabile. La sua canzone inedita invece dopo un primo ascolto che non aveva convinto si sta riscattando nelle radio.

ROCCO HUNT 6: Tu vuò fa l’americano è perfetta per lui, così può saltellare da una parte all’altra del palco come piace a lui. Piace, non si sa bene perché, forse perché mette allegria, ma piace.

FRANCESCA MICHIELIN 7: Canta benissimo “Il mio canto libero” per una scelta che la sua mentore Simona Ventura definirebbe “gigiona”. Come recita una pubblicità, non è più una sorpresa, ma una solida realtà.

NEFFA 6.5: O’ Sarracino è una scelta che nessuno si poteva aspettare ed in effetti l’esibizione non è stata straordinaria. Merito però alla musica dei Bluebeaters che hanno reso un momento mediocre in qualcosa in più.

VALERIO SCANU 4.5: Io vivrò (senza te) viene eseguita senza sbavature come al solito per Scanu, nonostante qualche problema al microfono. Ma Battisti dava alle sue canzoni connotazioni emozionanti che a Scanu non appaiono nemmeno in sogno. Lui però, come nel 2010, ha tanti “Amici” al televoto.

IRENE FORNACIARI 7: Il fatto di essere la cantante in gara con meno fan al seguito la sprona ad essere sempre sul pezzo. Molto rock ed interessante la sua versione di “Se Perdo anche te”, brano stracoverizzato negli ultimi anni.

BLUVERTIGO 8: Sicuramente la cover più sofisticata della serata. “La lontananza” di Modugno rispecchia la voglia di sperimentazione del gruppo. Ancora una volta, sfida vinta.

LORENZO FRAGOLA 6.5: “La donna cannone” è la cover più famosa cantata in serata. Alcuni si sono indignati che un ventenne interpretasse De Gregori, ma il cantautore romano non ne aveva molti di più quando la incise. Il televoto è sempre dalla sua parte.

ENRICO RUGGERI 6: Difficilissima scelta quella degli Alunni del Sole, ed il napoletano del Rouge è quantomeno scarso. Un’occasione persa visto le tante emozioni che poteva dare con un’altra cover.

ANNALISA 8: Gianna Nannini è la cantante italiana più imitata. Ma Annalisa fa una versione sua di “America”, elegante e graffiante. Una delle migliori interpretazioni di ieri sul palco dell’Ariston.

STADIO 8.5: Vincono meritatamente. Con “La sera dei miracoli” omaggiano al meglio Lucio Dalla, che li ha praticamente fondati. Si presentano al completo,
dei grandi artisti di un’estrema semplicità. Capolavoro.

CARLO CONTI 8: Gli ascolti continuano ad essere straordinari, ma la terza serata è stata molto meno intensa della seconda. Penalizzato dalle scelte dei cantanti forse: lo scorso anno le cover erano state di più peso. Questa era la serata dove invitare gli ospiti migliori, per cui qualcosa meno delle scorse puntate.

VIRGINIA RAFFAELE 10: Poco da aggiungere rispetto alle altre serate. La sua Donatella Versace è travolgente, soprattutto quando perde pezzi di corpo per tutto l’Ariston. Anche la Versace ha apprezzato con ironia.

GABRIEL GARKO 5: Le prime due serate potevano servirgli per rompere il ghiaccio, ma anche nella terza fa incetta di brutte figure, e non è facile in un ambiente in cui tutto lo prendono per i fondelli. Prova con l’arma dell’autoironia, ma anche quella non gli riesce benissimo. Peccato, perché ad esempio nel Dopofestival è stato più disinvolto.

MADALINA GHENEA 6: Sempre lo stesso voto per la valletta, ed una considerazione che andrebbe bene per un calciatore: fa il suo.

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